Ci sono di quei mestieri che anche il tempo cancella dalla nostra
memoria, poi come per magia riemergono fuori da libri antichi e allora cominci a documentarti, ad informarti, a fare ricerche finchè
la tua curiosità non viene placata. Questo che vado a narrarvi non è un classico mestiere antico di cui abbiamo sempre sentito parlare in Garfagnana,niente a che vedere con i conciapelli, canestrai, calzolai o ombrellai, ma solamente il nome di colui che fa questo lavoro desterebbe il desiderio di conoscenza anche nel più indifferente dei lettori. Avete mai sentito parlare del saltaro? Io prima di qualche giorno fa, sinceramente no. In questo caso devo ringraziare la dottoressa Melania Spampinato che nel convegno di studi storici che si è tenuto in questi giorni nella Rocca di Castelnuovo, nel suo studio sull'antico statuto di Villa Collemandina ha riportato a galla la figura del Saltaro come custode di terreni agricoli.Il Saltaro non è una figura tipica garfagnina è bene chiarirlo subito, ma la possiamo trovare anche in Lombardia,in Trentino e in Sardegna, ma come detto ha operato anche da noi...eccome.Oggi questa figura la potremmo definire una"guardia campestre",all'epoca questo personaggio destava mistero, spaventava i bambini e affascinava i grandi.Giovani, celibi e onesti erano le prerogative che ognuno doveva avere per svolgere questo lavoro che in Garfagnana già si faceva intorno al 1300, ma che ebbe poi il suo apice nel secolo XVI sotto il dominio estense.Il suo compito era di contrastare i furti nei campi, specialmente nelle vigne,quindi il saltaro doveva essere robusto e deciso, e meglio se imponente perchè doveva incutere timore e mettere paura a tutti. Per spaventare i ladri doveva vestire in modo particolare, con pellicce di animali per esempio e portava sopratutto dei cappelli veramente inusuali e appariscenti da far invidia alla regina Elisabetta,inoltre era sempre armato di un lungo bastone nodoso, pronto a sbatterlo nella testa di chiunque si fosse azzardato a mettere piede nella proprietà,mettiamoci poi che questi erano dediti spesso anche a qualche "mezzino" di vino...Comunque sia era una figura importantissima nella Garfagnana rurale di quei tempi.Il saltaro non era solo a guardia dei campi,ma anche dei boschi, doveva sorvegliare che non fosse rubato alcun frutto che la natura donava sia coltivato che naturale, come funghi, mirtilli,castagne e quant'altro il buon Dio offriva.Fra gli antichi compiti competeva anche di vigilare sui pascoli,sulla custodia delle recinzioni, del fieno e dei corsi d'acqua che scorrevano nel podere.Ogni anno i saltari venivano eletti dal comune, pertanto era una guardia comunale in piena regola con compiti essenzialmente esecutivi e pratici, addirittura doveva prestare un giuramento, come si può leggere dagli statuti e dai regolamenti del paese di Gragnana (Piazza al Serchio) del 23 marzo 1539 custoditi presso l'Archivio di stato di Modena:
di conseguenza poi veniva assunto dal contadino o dal signorotto locale,sopratutto nel periodo estivo-primaverile, da aprile fino anche ad ottobre (tempo di castagne), inoltre era responsabile di ogni danno che veniva commesso dentro la proprietà di sua competenza e per evitare tutto ciò aveva il suo punto di osservazione su una torre di legno detta "tezza", dove osservava tutto e tutti e quando qualcuno voleva attraversare il suo terreno per transitarci chiedeva, o forse meglio dire pretendeva, quella che oggi si chiamerebbe tangente, ovvero esigeva soldi in cambio del semplice passaggio,da aggiungere poi che non disdegnava il compenso che ogni singola famiglia di contadini gli donava,spesso e volentieri erano compensi in natura, insomma essere nominato saltaro era, come si diceva una volta "fare tredici al totocalcio", difatti il suo stipendio di pochi mesi si diceva che equivalesse quasi quanto avrebbe guadagnato un bracciante agricolo per tutto
continuo contatto con la natura lo rendeva un estremo conoscitore di essa, da renderlo uno dei più specializzati intenditori nella conoscenza delle erbe aromatiche.Un personaggio praticamente quasi inavvicinabile, scontroso,a volte violento tanto che 500 anni fa era considerato per i bambini come l'attuale uomo nero, le mamme minacciavano così quando il piccolo faceva le bizze:
-Guarda che se non obbedisci arriva il saltaro che ti porta insieme a lui nel bosco!-
Personaggi questi quasi dimenticati, che come per magia ogni tanto qualche vecchio archivio polveroso restituisce...
memoria, poi come per magia riemergono fuori da libri antichi e allora cominci a documentarti, ad informarti, a fare ricerche finchè
I saltari in questa foto provengono dal Trentino |
"Della elezione del saltaro. Cap. ij
Il castello e la chiesa diroccata di Santa Margherita a Gragnana (foto amalaspezia) |
Item statuiamo che loffitiale o si Consulo di epso comune, che per li tempi sara sia tenuto et debbi dapoi che sara electo Consulo, ... octo giorni convocare li homini di detto comune et di quelli una.. conli soprastanti didetto comune debbi eleggere et trovare diditto comune, uno saltaro et guardiano di danni dati inditto comune et suo distretto con salario ordinato per li soprastanti diditto Comune. Et chi sara eletto, sia tenuo detto officio acceptare et jurare fare quello bene et diligentemente alla pena di B (bolognini) VI. Et si accettare et jurare non volesse paghi ditta pena et sia exempto daldetto officio da li anno proximo sequente. Et esso officio duri sei mesi, et piu et ..... facendo la vulunta de soprastanti. Et vaglino le accuse fatte per detto Saltaro con juramento et non sipossi excusare e per difetto diprove ne di testimoni. Alequale accuse con juramento sia creduto senza alchuna altra probatione."
di conseguenza poi veniva assunto dal contadino o dal signorotto locale,sopratutto nel periodo estivo-primaverile, da aprile fino anche ad ottobre (tempo di castagne), inoltre era responsabile di ogni danno che veniva commesso dentro la proprietà di sua competenza e per evitare tutto ciò aveva il suo punto di osservazione su una torre di legno detta "tezza", dove osservava tutto e tutti e quando qualcuno voleva attraversare il suo terreno per transitarci chiedeva, o forse meglio dire pretendeva, quella che oggi si chiamerebbe tangente, ovvero esigeva soldi in cambio del semplice passaggio,da aggiungere poi che non disdegnava il compenso che ogni singola famiglia di contadini gli donava,spesso e volentieri erano compensi in natura, insomma essere nominato saltaro era, come si diceva una volta "fare tredici al totocalcio", difatti il suo stipendio di pochi mesi si diceva che equivalesse quasi quanto avrebbe guadagnato un bracciante agricolo per tutto
l'anno.Sicuramente era un mestiere che aveva i suoi pro e i suoi contro, in realtà aveva regole stabilite, una di queste era che il saltaro non poteva dormire più di tre, quattro ore per notte, non poteva mai abbandonare il luogo di lavoro ed era perciò in servizio permanente.C'era anche la possibilità che all'interno di una proprietà vi fosse più di un saltaro dipendeva questo da quanto era grande il possedimento e la terra da vigilare,praticamente dove c'era un feudo esistevano più saltari che prendevano il nome dal bene sorvegliato: saltnerius feni, saltnerius pastorum, saltnerius vinerum (saltaro del fieno, del pascolo e delle vigne),questo
Pascoli a San Pellegrino in Alpe 1930 |
-Guarda che se non obbedisci arriva il saltaro che ti porta insieme a lui nel bosco!-
Personaggi questi quasi dimenticati, che come per magia ogni tanto qualche vecchio archivio polveroso restituisce...