Il sabba delle streghe di Francisco Goya |
Lucrezia moglie di Biagio dalla Villa di Soraggio;
Jacopino di Luca da Brica;
Maria di GiovanAntonio di Brica
Maria già moglie di Francesco Cappa, anche questa di Brica.
Gli indizi a suo parere per cui ritiene di chiamare questi "esseri"streghe sono inconfutabili poiche circola voce che discendono da persone
Villa Soraggio |
" Molto Reverendo Padre Inquisitore,Faccio sapere a Vostra Signoria che quelli poveretti da Soraggio sono stati messi al Sant'Offitio per malignità del prete del detto loco di Soraggio.La causa è che i detti che sono impregioni da Vostra Signoria havevano ditto e parlato d'alcune donne che facevano le spiritate et andavano e vanno di continuo a darsi piacere co detto prete alla suaLa lettera venne messa agli atti del processo, ma gli interrogatori durarono per mesi, da luglio fino ad ottobre. Tutti negarono decisamente le accuse, nemmeno la tremenda tortura della "corda"(che consiste nel sollevare da terra l'imputato con le braccia legate dietro la schiena e dandogli dei"tratti", cioè svolgere rapidamente la corda attorno alla carrucola, causando tremende distorsioni e dolorose fratture alle articolazioni) piegò i poveri imputati. Naturalmente una delle tre donne, la più anziana, Maria moglie di Francesco Cappa perse la vita e il 18 settembre venne sepolta. Gli altri tre come si crederebbe non verranno condannati al rogo proprio grazie alla lettera contro il parroco di Soraggio che aveva messo seri dubbi nella testa dell'inquisitore "Non videntur probata indicia" (Non vidi prova certa) e credette comunque di condannare i tre disgraziati a pene varie e a una moltitudine di penitenze la più grave delle quali l'esilio forzato per due anni e mezzo dal paese nativo (Soraggio).canonica, et per haver scoperto questo detti poveretti sono stati tribolati come Vostra Signoria sa, et questo lo significo a V.S. perchè so che il Sant'Offitio no persegue alcuno per vendetta, suplicando V.S. a liberare detti carcerati sapendo io che loro so' buoni christiani."
Una "strega" al rogo
La tortura della "corda" |
Vorrei concludere facendo una mia modesta analisi nel dire che risulta in maniera assai chiara quale fosse il clima sociale in cui nascevano denunce che potevano portare alla morte degli innocenti, come fu anche in questo caso, nel quale un religioso, probabilmente per coprire uno scandalo che lo vedeva coinvolto, non esitò, con la collaborazione di alcuni abitanti dei luoghi, a fare incarcerare, torturare e condannare anime affidate alla sua cura e pensare che fra il 1450 e il 1650 in questo modo sono stati mandati al rogo decine di migliaia di persone innocenti.
Gli atti del processo sono conservati presso l'Archivio di Stato di Modena; sono stati studiati e pubblicati da Oscar Guidi.