La vera protagonista di tutto è lei: la "Bombix Mori"... A molti il nome scientifico di questa specie di falena dirà ben poco, visto che la sua origine è data nei lontanissimi Paesi dell'Asia centro orientale. Certo la cosa cambia nel dirvi che la larva di questa farfalla è da tutti conosciuta come "baco da seta". Il piccolo baco è un gran lavoratore, produce la seta da due ghiandole che sono collocate all'interno del corpo. La seta è costituita da proteine raccolte nelle sue ghiandole, che fa uscire da aperture situate ai lati della bocca. Questa specie di bava è sottilissima e una volta che viene a contatto con l'aria si solidifica e, guidata dai movimenti della sua "testolina" si dispone in strati, formando un bozzolo di seta grezza, costituito da un singolo filo continuo di lunghezza variabile fra i 300 e i 900 metri. Il baco impiega 3-4 giorni per preparare il bozzolo, formato da circa 20-30 strati concentrici costituiti da un unico filo ininterrotto. Questi animaletti, oltretutto, sono dei grandi "mangioni", mangiano foglie di gelso giorno e notte, senzainterruzione e di conseguenza crescono rapidamente. Di tutto questo gran lavorio se ne accorse casualmente, così come leggenda racconta, l'imperatrice cinese Xi Ling Shi. Era il 4000-3000 a.C quando sua altezza imperiale nel bere il suo quotidiano tè all'ombra di un gelso, si accorse che un bozzolo gli era caduto accidentalmente nella sua tazza bollente e fu proprio grazie al calore di quella bevanda che si rese conto del filamento che se ne poteva ricavare. Da quel giorno l'allevamento dei bachi e la procedura della lavorazione dei bozzoli per secoli e secoli furono procedimenti tenuti segreti dagli imperatori cinesi che ambivano a mantenere il monopolio della produzione e della vendita di questo pregiatissimo manufatto. Verso il 550 d.C il segreto non fu più un segreto, il mondo si era aperto ai mercanti che cominciarono a fare bei soldoni con questo prezioso tessuto. Fu così che questi mercanti cinesi fecero apprezzare le qualità della seta ai paesi confinanti e di li piano piano la conoscenza di questa lavorazione arrivò anche in Europa. La storia ci racconta che furono dei monaci agli ordini dell'imperatore bizantino Giustiniano che portarono a Costantinopoli dal lontano oriente delle uova di baco, nascoste nella parte cava di alcune canne di bambù. A quanto pare fu però un principe normanno ad introdurre il baco da seta in Italia. Era versol'anno 1100 quando tramite gli arabi, il principe Ruggero II portò in Sicilia ed in Calabria questa nuova produzione. Da queste due regioni ben presto l'elaborazione della seta si sparse in tutto il Paese e in circa due secoli l'Italia divenne il maggior centro europeo della lavorazione della seta. Como, Bologna e soprattutto Lucca divennero le principali protagoniste nell'arte della seta. Ma perchè proprio Lucca? La città aveva la grande fortuna di trovarsi sulla Via Francigena, una strada, come ben si sa, che collegava tutto il traffico della Pianura Padana e dei Paesi d'oltralpe verso la tomba dell'apostolo Pietro in quel di Roma. Per altro Lucca, per questi pellegrini, era meta di sosta per coloro che volevano far visita al Volto Santo. Fra i devoti della Santa Immagine c'erano anche mercanti di lana grezza e di seta, dai quali i lucchesi impararono le tecniche di lavorazione di questo nuovo e straordinario tessuto. Una volta appresi tutti i segreti di questa produzione giurarono poi di non confidarli mai a nessuno e per nessuna ragione al mondo. Fra l'altro rimaneva un mistero anche la sapiente procedura della colorazione della seta, abilità in cui i lucchesi divennero esperti maestri. Alla base di tutto c'era però il fondamentale allevamento dei bachi da seta. Fino agli inizi del 1300 questa pratica non era assolutamente esercitata in Toscana, la grave
"Lavorazione della seta" pittore Barsotti Archivio di Stato Lucca |
Gallicano |
Fonti
- Archivio Storico di Gallcano
- "Regolamento della lavorazione della seta nella Vicaria di Gallicano-1593-" da uno studio del Professor Gastone Lucchesi