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1948: Cronaca di drammatiche elezioni. Democrazia Cristiana o Partito Comunista? Russia o America ? e in Garfagnana intanto...

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Finalmente !!! Anche questa volta sono (da poco) passate queste benedette (o maledette...) elezioni. Effettivamente non ne potevo più, in ogni dove vedevi spuntare un candidato, aprivi facebook e zac eccone uno, ti rilassavi sul divano per vedere un film ma anche qui fra un canale ed un altro ecco che spuntava qualche simbolo di un partito, se aprivi i giornali allora non ne parliamo...e poi... e poi come al solito alla fine di questo gran circo politico risulterà che chi ha vinto ha vinto e anche chi ha perso troverà il modo di dire che in qualche maniera ha vinto anche lui... Succede sempre così. Non successe così però nell'ormai lontano 1948, alle prime  elezioni politiche dell'Italia repubblicana. Si, perchè diciamocelo chiaramente, anche in politica esistono elezioni ed elezioni, esistono elezioni più o meno significative ed elezioni più o meno fondamentali per la vita del Paese e proprio quelle del 1948 in questo senso furono le più importanti e decisive che l'italia repubblicana abbia mai avuto. Era il 18 aprile 1948 quando gli italiani furono chiamati a votare per la prima volta dopo l'entrata in vigore della Costituzione. L'affluenza alle urne ebbe cifre esorbitanti e mai più ripetute, il 92% degli italiani (quasi 27 milioni di persone)voleva decidere del proprio futuro. La posta in
gioco era altissima e due erano le aree politiche scese in campo pronte a vincere questa partita (erano poi le medesime forze che appena qualche anno prima avevano combattuto fianco a fianco contro un unico nemico: il nazifascismo), da un lato avevamo la Democrazia Cristiana e dall'altro il Fronte Democratico Popolare, una coalizione di partiti di sinistra rappresentata dal Partito Comunista e dal Partito Socialista. I protagonisti principali erano i volti di coloro che rimarranno per sempre nella storia repubblicana italiana: Alcide De Gasperi (D.C), Pietro Nenni (P.S.I) e Palmiro Togliatti (P.C.I). Ma in fondo a tutta questa situazione, la questione che pesava più di tutto su queste elezioni era un'altra, una scelta che avrebbe segnato in maniera netta le sorti future della Nazione. I risultati della tornata elettorale del 1948 avrebbero determinato l'appartenenza politica a uno dei due schieramenti che negli anni a venire cambieranno il modo di vivere e di pensare di tutto il mondo, bisognava allora scegliere fra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti d'America. Fu dunque una campagna elettorale senza esclusioni di colpi, in confronto quelle che noi oggi definiamo campagne elettorali vergognose nel '48 potevano essere considerate
commediole dilettantesche. Il clima era esasperato, entrambi gli schieramenti avevano impostato la loro campagna sulla sistematica denigrazione dell'avversario, ma non solo, il nemico era visto come un vero e proprio traditore. D'altronde  il clima sociale in Italia era in una situazione di crescente allarme e tutti si rendevano conto di ciò, tanto che lo stesso De Gasperi ebbe a dire di "sentire un puzzo acre di guerra civile". A rinfocolare l'inquietudine ci pensarono 
(furbescamente) gli americani, a quindici giorni dal voto fu varato il famoso Piano Marshall, un piano di aiuti all'Europa per la ricostruzione post guerra di 14 miliardi di dollari. Nemmeno Papa Pio XII cercò di stemperare le tensioni, anzi, nel suo messaggio natalizio del 1947 a proposito di queste elezioni non esitò a dire:-Essere con Cristo o contro: è tutta qui la questione. Disertore e traditore sarebbe chiunque volesse prestare la sua collaborazione materiale, i suoi servigi, le sue capacità, il suo aiuto, il suo voto a partiti e poteri che negano Dio-. Il responso delle urne comunque sia non lasciò dubbi, il risultato fu clamoroso: la Democrazia Cristina si aggiudicò la maggioranza relativa dei voti (48,5%) e quella assoluta dei seggi (305), il Fronte Democratico si fermò al 31% (183 seggi). Il che significava che l'Italia rinunciava a entrare nell'orbita
Papa Pio XII
dell'Unione Sovietica per buttarsi così nelle braccia americane. E in tutto questo trambusto, quell'angolo sperduto di mondo chiamato Garfagnana di fronte a queste epocali elezioni come si comporto? Si comportò seguendo il suo istinto conservatore di atavica memoria, dovuto in buona parte dalla sua posizione geografica: una valle chiusa fra due catene di monti non permetteva lo svilupparsi di nuove idee, come poteva accadere ad un altra zona della Toscana geograficamente più aperta e pronta a raccogliere nuove filosofie. Cosicchè qui la chiesa trovò vita facile, la tradizione cattolica garfagnina avrebbe pesato in maniera decisiva sulle sorti del voto. Di questo ne erano consapevoli anche a livello nazionale, la Garfagnana veniva additata come una di quelle zone in cui il clero si faceva sentire pesantemente, un clero ritenuto assai arretrato, un clero "medievale". A rinvigorire lo spirito cattolico dei garfagnini accaddero poi degli episodi sospetti che la D.C locale cavalcò in vista delle future elezioni. Eravamo proprio all'approssimarsi delle votazioni (dicembre 1947) quando a Gramolazzo ad una ragazza del paese (Anna Morelli) comparve la Madonna. La Vergine, con il suo tocco guarì la giovane  da una brutta ulcera, lasciandole poi sullo stomaco una croce come segno del suo passaggio (per saperne clicca sul link: http://paolomarzi.blogspot.com/2017/02/la-bernadette-di-gramolazzo-anna.html). A pochi giorni da quel fatidico 18 aprile 1948, la Madonna fece capolino dalla parte opposta della Valle: a Borgo a Mozzano, in località Mao. Una pastorella si fermò a pregare davanti ad una cappellina che conteneva una Madonnina in gesso, ebbene, la pastorella testimoniò che gli occhi della statuina si muovevano e la guardavano. La "sindrome del miracolo" si sparse così per tutta la valle, un'ondata di religiosità popolare mista a
superstizione coinvolse tutta la provincia, l'
apoteosi fu toccata quando Anna Morelli, "la miracolata di Gramolazzo" andò in visita alla "Madonna di Mao", le cronache raccontano che quel giorno migliaia di persone raggiunsero Borgo a Mozzano. Ma le apparizioni non si fermarono solamente qui, si diceva che anche la statua della Madonna, posta all'orfanotrofio di Santa Zita a Castelnuovo avesse mosso gli occhi. Stessa cosa, a quanto pare, accadde a Barga nella chiesa SS.Crocifisso. Insomma, segni della Vergine comparivano in tutta la valle, tant'è che (forse)casualmente comparirono anche Madonne trafugate tempo addietro, al Sillico infatti, fu ritrovato un quadro raffigurante un'ennesima Madonna del 1400 (il quadro era stato rubato l'anno prima...). Non solo Madonne però... Bisognava anche metter su un quadro sociale debole e precario, fu così che le forze dell'ordine cominciarono una caccia spietata alle armi, quelle stesse armi che qualche tempo prima erano servite per combattere i nazisti. La Garfagnana ne era piena, in ogni casa un qualcosa di ciò era rimasto sicuramente, qui difatti come saprete si era stabilito il fronte della Linea Gotica e nel momento del ritiro dei militari, su questa terra in tal senso fu lasciato ogni "ben di Dio". Era da anni però che i carabinieri sapevano (più o meno) chi possedeva le armi, ma si dice che dietro queste operazioni ci fosse un disegno per
dimostrare all'opinione pubblica come i comunisti fossero pronti ad imbracciare le armi in caso di una loro sconfitta alle elezioni. Per cui rinvenimenti ci furono a Barga e dintorni(fucili, mitragliatori STEN, fucili semiautomatici, munizioni e bombe a mano). A metà del mese di marzo 1948 in un fienile a Fosciandora fu ritrovato un vero e proprio arsenale: centinaia di bombe da mortaio, e un grande quantitativo di munizioni da mitragliatrice. In tutto questo caotico quadro sociale anche gli stessi industriali erano spaventati da una vittoria delle sinistre, la stessa S.M.I di Fornaci di Barga fece proiettare ai lavoratori all'interno della fabbrica un film che mostrava "il pericolo della dittatura del proletariato". Naturalmente anche la campagna elettorale di sinistra non era da meno in quanto ad accuse e sospetti e non lesinava affatto in "complimenti". Il P.C.I locale metteva in guardia tutta la popolazione della valle dicendo che: "...il governo della discordia che, favorendo la rinascita di movimenti fascisti , mette in pericolo la pace nel nostro Paese". La giunta d'intesa social-comunista di Castelnuovo andò giù ancora più pesante, in un manifesto affisso nei paesi garfagnini si faceva riferimento ai fatti di sangue avvenuti in quel periodo in Italia i quali venivano attribuiti "a sicari
prezzolati asserviti alle forze retrivie del capitale industriale e agrario
", accusando poi il governo democristiano di "parteggiare per gli oppressori del popolo". Venne infine il giorno di queste attese elezioni, elezioni che decretarono la provincia di Lucca come "un'isola bianca" in un mare rosso, proprio perchè terra in netta controtendenza al resto della Toscana che si affermò come uno dei capisaldi del Partito Comunista. I risultati a livello provinciale stabilirono un nettissimo successo della Democrazia Cristiana: 61,2% alla Camera e 61,7% al Senato. In Garfagnana l'affluenza alle urne fu dell'89%, ma altri numeri erano ancor più clamorosi. I democristiani sbaragliarono il campo: 74,1% alla Camera e 78,2% al Senato. I comuni più "bianchi" risulteranno Villa Collemandina (85,9% alla Camera),e Giuncugnano che segnava un 91,6% al Senato). Dove la sinistra si difese fu nei comuni di Gallicano, Pieve Fosciana e Vagli (percentuali intorno al 20%). D'altra parte lo spirito conservatore garfagnino si manifestò già due prima, nel 1946, nel referendum fra monarchia e repubblica, dove la monarchia stessa surclassò la repubblica ottenendo un'ottimo risultato (il 61,5%). Ma in quel 1948 ci fu un'altro risultato che confermò questo spirito tradizionalista e difatti saltò subito agli occhi di tutti: il Movimento Sociale Italiano(
partito nato dalle ceneri del fascismo), pur con un risultato contenuto (il 4,2%), ottenne in zona maggior consenso che da altre parti, dove si attestava intorno al 2%), a San Romano conquistò addirittura un clamoroso 21,1% alla Camera (un 6% a Camporgiano e un 6,7% a Trassilico, che al tempo faceva comune).
Insomma, così andarono le cose e nonostante tutte le invettive, gli alterchi e le dispute che avevano avvelenato il cuore della gente di Garfagnana a riportare tutti con i piedi per terra e con il cuore in pace ci pensò il poeta di Castiglione Giovan Battista Santini, che in vernacolo (perchè così tutti la capissero) scrisse una poesia e in un verso profetico così disse: "Se ci fai caso, vederai che questo lo promettono avanti l'elezioni; ma doppo che votando, hai fatto 'l gesto ditto sovran, di nominà i mangioni, abbadà di stà 'n guardia e d'esse lesto, sennò ti pijn a calci ni cojoni" ***


***Traduzione:

"Se ci fai caso, vedrai che molto prometteranno prima delle elezioni, ma dopo che avrai votato e hai fatto il gesto sovrano (votare) di nominare tutti quei mangioni, vai attenzione, stai in guardia, sennò ti prendono a calci nelle palle" 

Bibliografia:

"La Terra Promessa" Oscar Guidi edito Unione dei Comuni della Garfagnana, Banca dell'Identità e della Memoria anno 2017 (pp 146)

Per i risultati completi delle elezioni del 1948 consultare https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=18/04/1948&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S 


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