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29 agosto 1944.Settant'anni fa la controversa battaglia del Monte Rovaio.Una brutta storia fatta di morte e (presunti) tradimenti

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Il Monte Rovaio
 al centro della foto
Questi erano i giorni della battaglia del Monte Rovaio (nel comune di Molozzana, ai piedi della Pania).Ricorrevano i settant'anni esatti alcuni giorni fa, il 29 agosto per precisione.Questa battaglia della II guerra mondiale è fra le più famose della Garfagnana insieme a quella di Sommocolonia e anche altre; devo dire però la sincera verità, scrivo malvolentieri  questo articolo, con una certa riluttanza perchè questa battaglia anche se non è in assoluto la più famosa e sicuramente in assoluto la più controversa.Più versioni sono state dette e scritte su questa battaglia, personalmente ho anche conosciuto chi ha partecipato a questo scontro fra partigiani locali del Gruppo Valanga e l'esercito tedesco e provare a farsi raccontare di questo fatto era come farsi raccontare del diavolo in persona,l'interessato da me surclassato di domande cambiava umore e si trincerava dietro il mutismo più assoluto.Tutto nasceva infatti da alcune testimonianze incrociate sull'andamento della battaglia, si parlava di alcuni "volponi" (così detti all'epoca) facenti parte del Gruppo Valanga che essendo rimasti ai piedi del Monte Rovaio non salirono sulla sua cresta meglio detta "Il colle del Gesù" a combattere con i compagni,ma anzi trovarono il modo di allontanarsi e sfuggire al combattimento,l'altro motivo parla di alcune discordanti opinioni proprio nelle ore precedenti la battaglia sempre all'interno della formazione partigiana,il quesito era appunto se era il caso di sottrarsi o meno allo scontro con la soverchiante potenza tedesca (e in caso di battaglia andare incontro alla morte quasi certa) o far rischiare in caso di ritirata la pelle alla popolazione (la ritorsione contro i civili sarebbe avvenuta sicuramente).Quindi, capirete come
Partigiani in azione
fare a scrivere di questa battaglia? Il pensiero che mi attanaglia è: avrò detto le cose giuste? Avrò offeso la sensibilità di qualcuno? Ma poi ho pensato fra me e me  che è sempre meglio raccontare che nascondere  e allora però concedetemi un escamotage e in un certo qual modo faccio come Ponzio Pilato (me ne lavo le mani e piedi) e mi affido fedelmente alla bella ricostruzione che fa di quel 29 agosto 1944 l'Istituto Storico della Resistenza della provincia di Lucca (fonte più autorevole e appropriata di questa...):

"Sono le 23 del 27 agosto 1944,di sentinella,,è Tarzan, nome di battaglia di Gualtiero Montanari, partigiano emiliano del gruppo Valanga.Tarzan sente rumore di passi lungo un sentiero che da Col di Favilla porta all’Alpe di Sant’Antonio: intima l’altolà e chiede la parola d’ordine. Gli viene risposto in un italiano stentato.Tarzan capisce di avere di fronte una pattuglia nemica in avanscoperta e spara con il suo Sten,al buio. Un ufficiale tedesco, Rolf Bachmann, viene ucciso, gli altri fuggono.I partigiani sanno da giorni di essere stati localizzati dai tedeschi.Dopo l’episodio della sera precedente, i partigiani del gruppo Valanga non sanno bene cosa fare. Tra l’altro, il comandante Leandro Puccetti e il suo vice Mario De Maria non sono al campo. Abbandonare la posizione? Rimanere lì e organizzarsi in vista della sicura reazione nemica? Cresce anche la preoccupazione che i tedeschi, in caso di loro fuga, possano prendersela con la popolazione civile. Nel tardo pomeriggio rientrano Puccetti e De Maria. La decisione è presa: si rimane lì. Gli abitanti dei dintorni no, loro fuggono
Artiglieria tedesca nell'agosto'44 in Garfagnana
nascondendosi in paesi vicini o in grotte.La sera la tensione è palpabile, l’attacco tedesco potrebbe scattare da un momento all’altro.Sono le 3 del 29 agosto 1944.I partigiani del Valanga hanno approntato le loro postazioni difensive sul monte Rovaio.I tedeschi giungono da nord, dalla valle della Turrite Secca, e da sud, da Piglionico. Con loro anche italiani della Guardia Nazionale Repubblicana. Il loro numero è imprecisato: alcune centinaia di soldati, probabilmente, ma c’è chi dice addirittura duemila.Alle 3.30 inizia la battaglia.
Poco prima dell’alba i partigiani sono tutti in postazione sulla cresta del Rovaio (n.d,r: Colle del Gesù). Ma sono in difficoltà. Alle 9 i tedeschi iniziano a risalire sul Rovaio e ad avanzare verso il centro della cresta.I partigiani non hanno scelta: alle 10 Puccetti ordina “il si salvi chi può” e di sganciarsi per gruppi verso il bosco sottostante, cercando di sfondare l’accerchiamento buttandosi in un canalone con un salto. Ma, così facendo, si espongono al fuoco nemico. E tanti vengono colpiti, alcuni in maniera mortale.Non è ancora finita: chi non è riuscito a mettersi in salvo si nasconde nella boscaglia, mentre i tedeschi continuano ancora per ore a sparare, spesso a casaccio.Quanti uomini muoiono nel corso della battaglia? Non conosciamo il numero di perdite tedesche. Probabilmente nessuna. Conosciamo però il nome delle vittime partigiane e il numero, diciannove in tutto,(circa un terzo del gruppo)ricordati oggi nella chiesina del Piglionico.”
La chiesina del Piglionico che
commemora i caduti del Monte Rovaio

Fu questo l'episodio più sanguinoso e il combattimento più impegnativo sostenuto dai partigiani in Garfagnana. E il gruppo "Valanga"visse un momento di grande sbandamento.A fatica il già vice-comandante del gruppo Mario De Maria, riuscì a riunire a Vergemoli alcuni superstiti. Comunque il gruppo continuò ad esistere e ad operare.Una menzione particolare e un post interamente dedicato (che farò nei prossimi giorni) merita Leandro Puccetti comandante del Gruppo Valanga deceduto il 3 settembre '44 a soli 22 anni a causa delle ferite riportate in questa battaglia.Uno degli ultimi “idealisti”.

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