Le possiamo sentire chiamare in svariati modi: marginette, maestà,
madonnine, edicole, per noi in Garfagnana sono semplicemente le "mestaine". La Mestaina non è altro che una piccola cappella votiva contenente un'immagine sacra di qualche santo, di Gesù ma in particolar modo è la figura della Madonna che prevale in tutte queste piccole architetture. L'origine del nome lo si deve proprio al fatto di ciò che rappresentano: "una maestà", parola derivante dal latino "majestatem" cioè "grande", in riferimento all'immagine iconografica cristiana di Maria seduta sul trono. Nella forma "garfagnina", il vocabolo diminutivo "mestaina" significa proprio "piccola maestà", che richiama di fatto la piccola dimensione dell'icona. L'origine di questi tempietti si perde nella notte dei tempi e molto probabilmente già gli etruschi avevano l'abitudine di costruire queste opere (che rappresentavano le loro divinità), in prossimità delle strade o negli incroci viari. I romani con il tempo non mancarono di fare loro questa tradizione, che trasformarono ben presto in una ricorrenza, nella quale si rendeva omaggio ai "Lares Compitales", le divinità protettrici dellafamiglia. Con l'avvento del Cristianesimo le immagini pagane furono poi soppiantate in maniera definitiva dalle icone cristiane. Il gran numero di mestaine nella nostra Garfagnana ci induce però a pensare che non siano frutto di occasionali iniziative, ma bensì di un rituale consolidato nei secoli e ciò va inserito nel fermento religioso che coinvolse la valle intorno al 1600-1700, sull'onda della fine del Concilio di Trento che portò una ventata di "modernità" e di rispolvero in tutto il cattolicesimo, che vide proprio in quell'epoca un vero fiorire di queste edicole. Questi tempietti venivano collocati di norma nei pressi di incroci stradali, perchè, come spesso accade in questi casi, il sacro e la superstizione si fondono in un'unica cosa, visto che era diffusa la credenza che in queste intersezioni si potessero generare energie cosmiche tali da richiamare un confluire di streghe e demoni; da qui l'importanza della presenza di un'immagine evocante un soggetto più forte del Diavolo: la Madonna, che notoriamente schiaccia ilserpente, simbolo del maligno. Questo però non era il solo scopo della loro esistenza, erano soprattutto luoghi di preghiera e quelle più grandi servivano anche da riparo di fortuna per i viandanti, ma non solo, queste costruzioni spesso delimitavano i confini, ed erano pure un punto di riferimento e di orientamento. Ne esiste una che però esula da tutto questo contesto e da queste funzioni. La sua storia è particolare e al contempo curiosa, tant'è che vale la pena di raccontarla, dato che, a mio avviso (vi prego semmai correggetemi) di questo tipo in Garfagnana credo che non ne esistano altre. Infatti lo scopo della sua erezione a quanto pare lo si deve all'intercessione divina della Santissima Vergine, che non permise alle soldatesche estensi di radere al suolo il Castello di Gallicano. Ma andiamo per gradi e raccontiamo questa intrigante storia dall'inizio. Era il tempo in cui gli Estensi, padroni assoluti di quasi tutta la Garfagnana, avevano perso l'amata Ferrara che, per questioni dinastiche avevano restituito al Papa. Il conseguente indebolimento della casata d'Este non passò inosservato nemmeno agli acerrimi nemici di Lucca che da sempre aspiravano a conquistare l'intera valle, non si accontentavano più dei soli possedimenti di Gallicano, Castiglione e Minucciano, si aspirava a molto di più. Così ogni futile pretesto diventava buono per rinfocolare scontri, battaglie e guerre. L'occasione per Lucca si fece propizia nell'anno di grazia 1603 quando il generale lucchese Jacopo Lucchesini inviò a Gallicano 500 soldati e attraverso i monti del Sillico ne inviò altrettanti a Castiglione. La risposta degli agguerriti Estensi non si fece attendere e il condottiero modenese, il marchese Bentivoglio, ai primi sentori di guerra inviò una parte delle sue truppe ad assediare Castiglione e il restante del suo esercito si attestò sulle colline sotto il paese di Cascio, qui vi piazzò due potenti cannoni che puntavano le loro bocche da fuoco
Sotto le colline di Cascio |
Il castello di Gallicano |
Castiglione Garfagnana |
La mestaina del broglio nel luogo della Battaglia |
Bibliografia
- "Il Pettorale- la rocca di Gallicano" di Fabrizio Riva, edito MARIA Pacini Fazzi 2020
- "Gallicano" - capitolo "Vicende storiche" dell'Ingegner Achille Fiorello Saisi- Maria Pacini Fazzi editore-anno 1995
- "Descrizione geografica storica economica della Garfagnana" di Raffaello Raffaelli anno 1883
- Gian Mirola- da La PANIA giornale del Comune di Molazzana