Gallicano mercato anni'30 |
ha sul banco foto di Papa Giovanni, lei sta qui da quarant'anni o forse più e i suoi occhi han visto re scannati, ricchi ed impiegati capelloni, ladri, artisti e figli di...". Queste sono le strofe dell'ormai famosa canzone di Claudio Baglioni "Porta Portese". Era il 1972 quando queste note portarono alla ribalta nazionale quello che era il più famoso mercato di Roma. La storia narra che questo mercato nacque intorno al 1945 come nuova "location" della borsa nera che precedentemente si teneva a Campo 'de Fiori. La gente che esponeva la propria merce a questo gran bazar a cielo aperto era fatta da ambulanti, venditori improvvisati e perfino da semplici privati e la canzone di Baglioni fotografò perfettamente l'anima di chi vendeva qui la sua mercanzia. La storia dei mercati settimanali però nasce da molto più lontano, a Roma la fiera di Porta Portese esiste dal 1945, ma le vicende dei mercati settimanali garfagnini hanno una storia ultrasecolare, che parte addirittura nel lontano medioevo. Si può sicuramente affermare che tutto sia nato dal mestiere dell'ambulante che già in epoca antica percorreva mulattiere e strade, accompagnato dal fedele animale da soma, i più attrezzati avevano anche "il baroccio" e altri ancora un carro trainato dai muli. Figurarsi, con questi mezzi e con la forza delle proprie braccia questi commercianti "ante litteram" si spingevano fino a città lontanissime e di casa in casa per vendere o per procurarsi materie prime per creare i loro prodotti. Consideriamo poi che per lungo tempo questa figura fu di un'importanza sociale fondamentale, dato che l'ambulante fu l'unico a fornire beni e minuterie varie per gli abitanti dei molti paesini della montagna, ma non solo, egli fu l'unica fonte d'informazioni sul mondo, una sorta di telegiornale viaggiante. Poco alla volta, comunque sia, con lo sviluppo dei paesi e la relativa crescita di popolazione, dalle autorità locali furono individuati spazi appositi nei principali centri urbani per favorire l'incontro fra compratori e venditori in quello che in epoca medievale era definito "il libero commercio". Da quel momento il mercato settimanale assunse per la gente un nuovo momento di vita, il paese era diventato un cuore pulsante, le piazze e le vie del paese si animavano, era l'occasione per vestirsi a festa, per incontrare amici, si chiacchierava con chi non si vedeva da tempo, addirittura si allacciavano nuove conoscenze e si discuteva di affari, di politica e c'era chi portava perfino i propri risparmi per cercare di fare l'affare del momento. Tale giorno, era atteso con trepidazione,
Castelnuovo mercato |
La Francigena |
Niccolò III |
Bibliografia
- "Usanza, credenza, feste, riti e folclore in Garfagnana" di Lorenza Rossi, Banca dell'identità e della memoria, anno 2004
- "Stasera venite a vejo Terè" . Gruppo vegliatori di Gallicano. Banca dell'identità e della memoria. "La strada" testimonianza di Maria Valentini
- "Ciarlatani nei secoli" di Ugo Gabriele Becciani, Pistoia 2005
- "Corriere della Garfagnana" n°4 aprile 2015, "I nuovi articoli sul dazio" di Guido Rossi
- Antichi mestieri della montagna italiana (Leonardo Ansimoni 1980 stampato in proprio)
- "Il cammino del Volto Santo. Dalla Lunigiana, attraverso la Garfagnana, fino a Lucca"