Il titolo di questo articolo si rifà ad un libro(poi diventato
film)di J.K Rowling , la famosa autrice della saga letteraria fantasy di Harry Potter. "Animali fantastici: dove trovarli", questo è il titolo esatto, faceva parte di quella categoria di libri definita "pseudobiblium", ossia un libro immaginario citato come vero in un'opera letteraria reale(n.d.r: nel 2001, anno in cui è stato pubblicato il racconto perse tale definizione). Difatti questo libro, nei romanzi di Harry Potter si pone come uno dei libri di testo richiesti fin dal primo anno di Hogwarts (l'istituto scolastico che frequenta il maghetto). Il saggio (nella fantasia della scrittrice) fu scritto nel 1918 dal famoso "magizoologo" Newt Scamandro e descrive settantacinque specie di animali magici (il Velenottero, lo Snaso, il Purvincolo, il Moonclaf e così via). Tante informazioni su di essi furono raccolte proprio da lui attraverso i tanti viaggi. Viaggi che poi si trasformarono in ricerche, fatte presso "l'Ufficio di ricerca e regolamentazione dei draghi". Questi studi nel 1979 portarono poi lo studioso a guadagnarsi l'Ordine di Merlino di seconda classe... Bhè, che dire, in Garfagnana e nelle Apuane non esiste alcun libro a riguardo e nemmanco un "magizoologo" per studiare queste strane creature, in compenso esiste però una forte tradizione orale di leggende, racconti e favole, che senza dubbio ci fa dire che la nostra "collezione" di animali fantastici non ha nulla a che invidiare a quella del suddetto libro. Pertanto ecco a voi un bel viaggio negli animali fantastici garfagnini. Direi di cominciare dai Gatti Streghi. Una delle ultime volte che furono avvistati fu grazie ad un uomo di Palagnana che tornando a casa lungo la strada che scende da San Pellegrinetto vide in prossimità del paese deigatti neri appollaiati su un noce. L'uomo allora capì subito che erano proprio i gatti streghi e d'improvviso il coltello che aveva in tasca lo piantò sul tronco del noce. Subito i gatti si trasformarono in persone, persone che l'uomo conosceva bene. Gli strani uomini sul noce si cominciarono a dimenarsi e ad agitarsi e raccomandarono al passante di non rivelare la loro identità, se non avesse fatto ciò gli avrebbero dato il malocchio a vita. Sul versante del Monte Procinto (anzi, proprio sulla sua cima) di notte si sente uno svolazzare di grossi uccelli neri, sono gli Sputasecchi. Questi strani volatili hanno l'abitudine di posarsi sui rami degli alberi e di sostare lì fino alle ultime ore della notte.Al povero disgraziato che passa sotto questi rami dove loro si sono posati, può capitare di sentirsi rivelare verità agghiaccianti o segreti terribili. Per evitare questi incontri il viandante di turno può rilevare la loro presenza grazie ad alcune accortezze: a un ramo che si spezza, un sasso che rotola o anche da una stella che sfreccia nel cielo. Questi esseri, così come i gatti streghi, assumono forma umana e si presentano come donne altissime vestite di nero, senza capelli e con le braccia lunghe. Sempre ed a proposito di donne esiste la Donna Bodda (metà, appunto donna e metà rospo) vive per lo più nelle acque stagnanti, nonchè dentro le grotte, a patto che li ci siano delle pozze d'acqua. Per non incappare nel pericolo di incontrarla, maggior attenzione deve essere fatta soprattutto sul far della sera o dopo un'abbondante pioggia. Infatti dal pantano e dalle acque ferme e fetide si può udire un gorgoglio strano, da li, come code di serpente, lunghe dita strisceranno fino ad avvinghiarsi alle gambe del malcapitato. Comunque sia, fra gli animali più feroci e orripilanti esiste invece il Serpebue. Il serpebue abita negli anfratti naturali della Tambura, la spaventosa creatura esce di notte per mangiare, la sua preda preferita: la pecora, che può prima catturare e poi trascinare in men che non si dica nella sua tana. Il suo aspetto è simile a quello di un grosso serpente, è perfino dotato di squame che riflettono la luce come tanti specchi ed è proprio per questo è difficile da vedere, il suo avvistamento si rivela come un forte lampo che lo sguardo non può sostenere. Tanto brutto e mostruoso è il suddetto animale, quanto magnifico e bello è il Cerbiatto Bianco delle Apuane. Bianco come la neve, tanto da confondersi con il colore chiaro delle rocce. Molti uomini gli hanno dato la caccia ed un brutto giorno riuscirono anche a ferirlo, il cerbiatto bianco comunque sia riuscì a fuggire. Fu avvistato da questi cacciatori sulla via del loro ritorno a casa mentre si curava la ferita ad una sorgente d'acqua. Per molto tempo si è creduto che quella sorgente d'acquapotesse guarire tutte le malattie. Storia diversa quella di un capretto che vive dalle parti di Chiozza in località "Piana Tagliata". Il capretto nero , quando batte gli zoccoli per terra fa scintille e se passa di fronte ad una "mestaina" o a una croce l'animale scompare. La creatura che invece è stata più avvistata nella valle è il Serpente Alato. Nei tempi andati si diceva che uno di loro abitasse alle chiuse del fiume Ania, mentre a Sillicagnana, ormai due secoli fa, il mostro attaccò uno dei membri della famiglia Ferrari. Nella chiesa del paese c'è un quadro dove è raccontata questa scena. La sua presenza fu rilevata anche fra le rocce dei Diaccioni che scendono il Monte Giovo. Infine, ma si potrebbe ancora continuare, voglio chiudere questa lista di animali fantastici con la Chioccia dai pulcini d'oro. La si può notare fra le scoscese pareti del Balzo Nero. Nelle notti di lunapiena fra gli sterpi e i rovi è possibile sentire un chiocciare lento lento accompagnato da un pigolio. E' la chioccia che porta a spasso i suoi pulcini tutti luccicanti d'oro zecchino. Nessuno sa la genesi di questo animale e nemmeno si sa da dove provenga, rimane il fatto che è fortunato colui che riesce a vedere i pulcini prima che la chioccia lo scorga, perchè in quell'istante ci si ritroverebbe di fronte un bel mucchio di monete d'oro... Storie e fantasie queste che fanno parte di un mondo magico tutto nostro e chissà, forse un giorno questi misteriosi animali si potrebbero incontrare anche noi...
Bibliografia
- "Storie e leggende della montagna lucchese", di Paolo Fantozzi, edito "Le Lettere", anno 2003
- "Racconti e tradizioni popolari delle Alpi Apuane" di Paolo Fantozzi, edito "Le Lettere" anno 2013