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Chi l'avrebbe mai detto della presenza di una (simil) Stonehenge nel cuore della Valle del Serchio?

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Stonehenge, le piramidi di Giza, il sepolcro di Maeshowe nelle Orcadi, non dimenticandoci nemmeno il complesso megalitico di Carnac in Francia o la tomba corridoio di Newgrange nella Repubblica d'Irlanda. Cosa hanno in comune tutte questi costruzioni? Innanzitutto l'età, la loro realizzazione risale intorno al 3000 a.C e analizzando bene vediamo che, chi li ha costruiti (egiziani o antiche popolazione nordiche) erano tutti popoli a stretto contatto con gli elementi della natura. Inoltre si è scoperto che tutte queste edificazioni avevano uno funzione fondamentale, quasi incredibile per l'epoca, erano monumenti connessi alle conoscenze astronomiche. Naturalmente questa teoria non è una teoria che si basa sulle loro leggende, tutt'altro, infatti tutto questo è avvalorato da uno studio scientifico moderno che rientra di fatto nella complessa disciplina dell'archeoastronomia: la cosiddetta scienza delle stelle e delle pietre. Spieghiamoci meglio, e vediamo qual'è la sua esatta definizione: "l'archeoastronomia si occupa di studiare gli avvenimenti celesti in rapporto alle civiltà del passato, cioè di comprendere le conoscenze astronomiche dei popoli antichi e le eventuali applicazioni che essi ne hanno ricavato". Insomma un campo difficilissimo e complicato, per veri esperti, ma comunque sia vale la pena di affrontare visto che ci tocca da vicino... Per meglio capire questo argomento facciamo subito degli esempi pratici. Guardiamo Stonehenge (nella pianura di
Stonehenge

Salisbury, Inghilterra), un sito ritenuto magico soprattutto nel momento del solstizio d'estate, quando il sole attraversa Hell Stone (uno dei famosi triliti a porta li presenti)e cade sull'altare centrale offrendo "il segno celeste" del passaggio stagionale. L'archeoastronomia ha visto che in tutto questo di magico non c'è un bel niente, anzi, questo sottolineava quello che fu lo straordinario investimento di tempo e sforzo umano fatto da queste arcaiche popolazioni per creare una sorta di osservatorio astronomico allineato con il movimento del sole, per regolare in questo modo il ciclo delle stagioni. D'altro canto le prime comunità agricole dipendevano interamente da questo ciclo, il cui corso implicava periodi di abbondanza di cibo (come in estate) e altri di carenza (come l'inverno). Altro esempio pratico lo possiamo notare anche nelle tre piramidi di Giza (Il Cairo): Cheope, Chefrem e Micerino. Ebbene, le tre piramidi pare che siano accuratamente allineate con le stelle che formano la cintura di Orione, creando di fatto una sorta di mappa stellare che farebbe parte di un progetto
astronomico realizzato dai faraoni nel corso del tempo, avanzando così l'ipotesi che gli antichi egizi conoscessero bene il fenomeno astronomico chiamato processione degli equinozi(n.d.r: movimento della Terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l'orientamento del suo asse di rotazione rispetto al sfera ideale delle stelle fisse). Insomma, come potete leggere questa è una materia veramente ostica, difficoltosa ad esser compresa a noi uomini del 2020, infatti quello che sorprende ancor di più è pensare come civiltà tanto antiche abbiano avuto conoscenze così sofisticate, che spesso sfuggono alla comprensione dell'uomo moderno.


Questi affascinanti insegnamenti come abbiamo potuto leggere ci trasportano magicamente in luoghi remoti, fra popolazioni primitive e in teorie fantastiche, quasi irreali, non pensiamo però che queste lontane realtà facciano parte di un mondo a noi distante... Anzi, direi proprio che sono a due passi da casa. Gli studi che si sono incentrati su questa tesi "garfagnina" fanno perno su tre protagonisti in particolare: i Liguri Apuani, il Monte Forato e 
quattro chiese medievali della valle. Difatti si presume che il Monte Forato o meglio ancora il profilo di quello che è conosciuto come "l'Omo Morto"(nella foto qui sopra) fosse tenuto a riferimento dagli antichi Apuani per il calcolo dei giorni, a dimostrazione di questo c'è la singolare posizione di quattro chiese della Valle del Serchio, queste chiese (posizionate su delle sommità)sarebbero state
Il Monte Forato

poi costruite su quello che prima della nascita di Cristo era un vero e proprio osservatorio astronomico. Quello che vorrei sottolineare, prima di addentrarmi nell'argomento è nel dire che questo studio non è uno studio fondato su teorie cervellotiche, fatto da dei ciarlatani del momento, la ricerca è seria e concreta e nel caso specifico è stata analizzata dall'archeoastronomo Mauro Peppino Zedda, esperto di fama europea che proprio sull'argomento trattato ha scritto nel 2013 il libro
"Monte Forato e il Duomo di Barga. Tracce di un antico osservatorio dei Liguri Apuani"

Dunque fu proprio quel curioso monte che destò l'attenzione dei nostri antichi avi. Quel foro in quella montagna non era li a caso
ed infatti gli Apuani lo usavano come una sorta di "gnomone". Lo "gnomone", per chi come me non è esperto in materia è quell'asticella presente sulle antiche meridiane, la cui ombra proiettata su un piano serviva per segnare le ore. Il Monte Forato per questa antica popolazione nostrale aveva più o meno la solita funzione, questa funzione permetteva lo studio dei moti della luna e del sole, creando, secondo le loro elaborazioni una tipologia di calendario arcaico. Nella vita degli Apuani il sole e luna erano importantissimi, erano difatti gli artefici del mondo agricolo e la loro osservazione per chi viveva dei frutti della
San Frediano Sommocolonia

natura diventava vitale. Questo metodo consentiva così di contare il tempo e di conoscere il ciclo degli astri, aver nozione di questi elementi aveva un'importanza fondamentale, significava prevedere o programmare i lavori nei campi. Tutto ciò poteva essere permesso da determinati punti d'osservazione, luoghi che Zedda ha identificato nel duomo di Barga, nella chiesa di San Frediano a Sommocolonia e 
nella chiesa di San Michele a Perpoli. Erano questi tre gli osservatori astronomici degli Apuani. Pertanto è da questi studi che si deduce che l'asse d'orientamento del duomo di Barga coincide con il mento dell'Omo Morto, stessa cosa con la chiesa di San Frediano di Sommocolonia, anche il suo asse d'orientamento è rivolto proprio sul medesimo mento. Ed è proprio da lì, da questi punti, che da dietro quel foro situato in quel monte che il sole tramonta perfettamente in determinati periodi dell'anno, è in quel momento che si può ammirare il celebre doppio tramonto, che per noi uomini moderni è un evento puramente
San Michele Perpoli

folcloristico, ma per gli Apuani aveva un valore diverso, questo avvenimento gli permetteva dei calcoli astronomici da applicare nell'agricoltura. Come si sa altrettanta importanza in questo campo lo avevamo i moti lunari e sempre in relazione al Monte Forato questa funzione la faceva la collina dove ora è situata la chiesa di San Michele a Perpoli, lo studio ci dice che da quel punto d'osservazione il tramonto della luna coincide con la fronte dell'Omo Morto. Un'ultima costruzione è stata presa in considerazione ed è la chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Fiattone (comune di Gallicano), essa guarda al tramonto di Venere, pianeta conosciuto dagli antichi popoli come Stella del Mattino.

Santi Pietro e Paolo
Fiattone

Un'ultima curiosità da trarre da tale studio è capire come da questi antichi punti d'osservazione astronomici siano nate poi delle chiese e questo trova risposta nelle cosiddette eredità culturali. Questo fenomeno si ha infatti quando una cultura si sovrappone ad un'altra. L'avvento del cristianesimo in particolare ha integrato dentro di se questi antichi luoghi di culti pagani, in quella continuazione di devozione di quei luoghi che già erano frequentati per l'adorazione di altre divinità. Tanto per essere chiari, i Santi e le Madonne si sono sostituiti in men che non dica agli antichi Dei, ma i luoghi di culto sono spesso rimasti invariati. Non rimane allora che stupirci ancora di tutti i segreti che la nostra terra ancora ci nasconde. Possiamo dire grazie a questi studiosi se ancora oggi continuiamo ad apprendere cose nuove e sorprendenti sulla nostra bella valle. Da parte mia mi scuso con questi ricercatori se in questo mio articolo non sono stato abbastanza meticoloso e diligente nel descrivere accuratamente e con i suoi precisi termini queste scoperte, ma non mi potevo esimere dal raccontare ancora una volta le meraviglie dei nostri luoghi.

Fotografie

  • Doppio tramonto sul Forato foto tratta da Daniele Saisi blog realizzata da "Barga in Fotografia"
  • Monte Forato foto tratta da https://finoincima.altervista.org/
  • L'oMo Morto foto tratta dalla testata giornalistica Serchio in Diretta
  • Chiesa di San Michele a Perpoli foto tratta da https://www.amalaspezia.eu/index.htm

Bibliografia

  • Per saperne di più e avere maggiori delucidazioni: "Monte Forato e il duomo di Barga-Tracce di un antico osservatorio dei Liguri Apuani" di Mauro Peppino Zedda, edito Agorà Nuragica, anno 2013

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