Stonehenge, le piramidi di Giza, il sepolcro di Maeshowe nelle Orcadi, non dimenticandoci nemmeno il complesso megalitico di Carnac in Francia o la tomba corridoio di Newgrange nella Repubblica d'Irlanda. Cosa hanno in comune tutte questi costruzioni? Innanzitutto l'età, la loro realizzazione risale intorno al 3000 a.C e analizzando bene vediamo che, chi li ha costruiti (egiziani o antiche popolazione nordiche) erano tutti popoli a stretto contatto con gli elementi della natura. Inoltre si è scoperto che tutte queste edificazioni avevano uno funzione fondamentale, quasi incredibile per l'epoca, erano monumenti connessi alle conoscenze astronomiche. Naturalmente questa teoria non è una teoria che si basa sulle loro leggende, tutt'altro, infatti tutto questo è avvalorato da uno studio scientifico moderno che rientra di fatto nella complessa disciplina dell'archeoastronomia: la cosiddetta scienza delle stelle e delle pietre. Spieghiamoci meglio, e vediamo qual'è la sua esatta definizione: "l'archeoastronomia si occupa di studiare gli avvenimenti celesti in rapporto alle civiltà del passato, cioè di comprendere le conoscenze astronomiche dei popoli antichi e le eventuali applicazioni che essi ne hanno ricavato". Insomma un campo difficilissimo e complicato, per veri esperti, ma comunque sia vale la pena di affrontare visto che ci tocca da vicino... Per meglio capire questo argomento facciamo subito degli esempi pratici. Guardiamo Stonehenge (nella pianura di
Stonehenge |
Questi affascinanti insegnamenti come abbiamo potuto leggere ci trasportano magicamente in luoghi remoti, fra popolazioni primitive e in teorie fantastiche, quasi irreali, non pensiamo però che queste lontane realtà facciano parte di un mondo a noi distante... Anzi, direi proprio che sono a due passi da casa. Gli studi che si sono incentrati su questa tesi "garfagnina" fanno perno su tre protagonisti in particolare: i Liguri Apuani, il Monte Forato e quattro chiese medievali della valle. Difatti si presume che il Monte Forato o meglio ancora il profilo di quello che è conosciuto come "l'Omo Morto"(nella foto qui sopra) fosse tenuto a riferimento dagli antichi Apuani per il calcolo dei giorni, a dimostrazione di questo c'è la singolare posizione di quattro chiese della Valle del Serchio, queste chiese (posizionate su delle sommità)sarebbero state
Il Monte Forato |
Dunque fu proprio quel curioso monte che destò l'attenzione dei nostri antichi avi. Quel foro in quella montagna non era li a caso
ed infatti gli Apuani lo usavano come una sorta di "gnomone". Lo "gnomone", per chi come me non è esperto in materia è quell'asticella presente sulle antiche meridiane, la cui ombra proiettata su un piano serviva per segnare le ore. Il Monte Forato per questa antica popolazione nostrale aveva più o meno la solita funzione, questa funzione permetteva lo studio dei moti della luna e del sole, creando, secondo le loro elaborazioni una tipologia di calendario arcaico. Nella vita degli Apuani il sole e luna erano importantissimi, erano difatti gli artefici del mondo agricolo e la loro osservazione per chi viveva dei frutti della
San Frediano Sommocolonia |
San Michele Perpoli |
Santi Pietro e Paolo Fiattone |
Fotografie
- Doppio tramonto sul Forato foto tratta da Daniele Saisi blog realizzata da "Barga in Fotografia"
- Monte Forato foto tratta da https://finoincima.altervista.org/
- L'oMo Morto foto tratta dalla testata giornalistica Serchio in Diretta
- Chiesa di San Michele a Perpoli foto tratta da https://www.amalaspezia.eu/index.htm
Bibliografia
- Per saperne di più e avere maggiori delucidazioni: "Monte Forato e il duomo di Barga-Tracce di un antico osservatorio dei Liguri Apuani" di Mauro Peppino Zedda, edito Agorà Nuragica, anno 2013