I soccorritori davanti alla Tana che urla (foto tratta da "La Nazione") |
E così è per questo fatto di cronaca che sto per narrarvi. Un'avvenimento che risale a trentaquattro anni fa, era il 25 gennaio 1986 e tutto accadde nelle selve sopra Fornovolasco. Forse molti se lo saranno dimenticato, i più giovani è probabile che nemmeno sapranno di quello che accadde ai piedi della Pania nella
(da "Il Tirreno) |
Come ormai è abitudine, da anni Vittorio Verole passa da quella strada ogni giorno che Dio mette in terra, d'altronde lui è il titolare della "Grotta del Vento" e le cose da fare per quell'attività sono sempre molte e come tutte le mattine eccolo transitare davanti a quello spiazzo che di solito è adibito a parcheggio macchine, proprio per quelle persone che vanno in gita sul Monte Forato o che vanno a far visita alla "Tana che urla". La Tana che urla per chi non ne avesse mai sentito parlare è una grotta carsica, orizzontalmente profonda 400 metri circa ed è famosa per le sue leggende e sopratutto per la sua valenza scientifica. Già il nome però è tutto un programma, poichè tradizione popolare vuole che mettendo le orecchie a questa grotta si ha l'impressione che una
L'ingresso della Tana che urla (foto di Emanuele Lotti) |
L'interno della Tana (foto tratta da verde azzurro notizie) |
Intanto la solita mattina del medesimo giorno i ragazzi della quinta D del Liceo Scientifico Vallisneri di Lucca si stanno preparando per una gita d'istruzione, d'altra parte è il fatidico anno dell'esame di maturità e gli studi vanno approfonditi, destino poi vuole che proprio quel 25 gennaio la gita ha come meta una di quelle grotte su cui ha fatto gli studi l'esimio scienziato garfagnino che ha dato il nome alla scuola dove i ragazzi studiano, fattostà che questo tipo
Lo scienziato garfagnino Antonio Vallisneri |
Sezione della tana che urla. I punti cerchiati indicano il luogo dove erano intrappolati i ragazzi e la strozzatura invasa dall'acqua |
speleologi, è impossibile passare, il forte temporale che si sta abbattendo sulla valle e il conseguente aumento delle temperature che sta sciogliendo la neve della Pania sta facendo si che abbondanti fiumi d'acqua stiano per invadere in maniera inesorabile la grotta. In questo momento Vittorio Verole è davanti alla "Tana che urla", per lui non rimane che un'unica soluzione, telefonare in Prefettura e avvisare le autorità che sta per compiersi una tragedia, in concomitanza arrivano anche le prime segnalazioni dei genitori preoccupati, i loro figli non hanno fatto ancora ritorno... I soccorsi partono immediati e tutto così si trasforma in una corsa contro il tempo. Da La Spezia arrivano gli speleo-sub del Centro Luni, sono loro i primi a raggiungere la grotta, nel frattempo arriva anche il nucleo carabinieri sommozzatori di Genova, gli altri carabinieri nel contempo circoscrivono la zona, i vigili del fuoco nei pressi della "tana" piazzano luci ed idrovore. Il dubbio che rimane però è uno, saranno vivi o morti? Questo non importa ai soccorritori, loro ragionano sempre come se dovessero raggiungere persone in vita e così verso le due della notte i sommozzatori fanno il primo tentativo di recupero, si tuffano nell'ormai famosa strozzatura, niente, non ce la fanno, il primo tentativo è andato a vuoto. Si decide allora di far partire le idrovore, sono una decina, stanno funzionando a gruppi di tre, la loro forza è impressionante, stanno sputando fuori dalla grotta ottocento litri d'acqua al minuto, ma nonostante questo la strozzatura non si svuota. Intanto sono arrivati anche i genitori e i familiari dei malcapitati, anche i giornalisti sono giunti a Fornovolasco, sono tutti li al bar del paese in attesa di notizie.
Fornovolasco |
Il momento del salvataggio (immagine tratta da Rai news) |
Tutto è bene quello che finisce bene e grazie a Dio e ai soccorritori tutti rimasero illesi. Quello che però stonò al tempo sulla vicenda fu l'inconsapevolezza e la superficialità di una parte dei protagonisti di questa vicenda. Così riportava il quotidiano "La Repubblica" il giorno 27 gennaio 1986: "I ragazzi sono usciti con l' aria tranquilla, sorridenti, anche se bagnati fradici e stanchi per le ore passate all'addiaccio, circondati soltanto da stalattiti. "Non abbiamo avuto problemi, tutto tranquillo", assicura con aria spavalda [omissis] che per secondo abbandona la "Tana che urla". Corre a cambiarsi in una tenda piazzata poco distante ma rifiuta, spavaldo, qualsiasi aiuto dai soccorritori" e ancora "No, non abbiamo avuto paura", ed infine, il giornalista e la gente si fecero la domanda delle domande: " In pieno inverno e con il tempo che minacciava temporali, era
Piccola cascata all'interno della Tana (foto tratta da luoghidasogno.altervista.org) |
Certe lezioni che la natura dà solitamente rimangono impresse tutta la vita e probabilmente a mente fredda così sarà stato per questi che al tempo erano dei ragazzi. Quello che è vero è che questa vicenda mi riporta alla mente un vecchio adagio che così dice "In natura non ci sono ricompense o punizioni; ci sono solo conseguenze"...
Bibliografia
- "Bloccati nella grotta per 32 ore", "La Repubblica" 27 gennaio 1986 di Paolo Vagheggi