La storia non
lo volle, le enciclopedie non lo conoscono,ogni tanto qualcuno in Garfagnana si ricorda di questo personaggio (vedi il periodico "La Pania"),eppure in Brasile ha fondato una città che conta più di mezzo milione di abitanti,ne divenne poi capo politico e sociale,per poi diventarne anche sindaco nel 1911.Oggi a ricordarlo in questa città c'è una strada: "Rue Pietro Pocai". Ma chi era Pietro Pocai? La storia merita di essere raccontata proprio per la diversità dalle altre.Questa è la cronaca di un Indiana Jones garfagnino, di un avventuriero,,di un esploratore,le sue avventure hanno il fascino della leggenda, un racconto questo che sembra uscito dalla penna di Emilio Salgari.Pietro Pocai nacque a Eglio nel 1853, era il secondo di cinque figli e siccome la vita era grama e povera la famiglia decise di mandarlo in seminario con la speranza di ricavarci un prete.Ma il "latinorum" non era fatto per lui, abbandonò quindi l'idea di diventar prete,lasciò famiglia ed affetti più cari e s'imbarcò clandestino verso il Brasile che in gran parte era ancora semi sconosciuto.Arrivò a San Paolo,ma ha lui la città non piaceva.Quello era il tempo che in Brasile giungevano da tutti i porti del Sud America avventurieri di ogni tipo che si spingevano fino alla foreste vergini dell'Amazzonia,del Mato Grosso,del Paranà, del Rio Grande do Sud a cercar fortuna e così fece anche Pietro.Partì, e nel partire dimenticò se stesso e la sua vita trascorsa.Non tenne più rapporti con i parenti,non scrisse più a nessuno (i parenti in Italia conosceranno molti anni dopo la data della sua morte).Studiò le varie tribù indigene,imparandone la lingua ,gli usi e la religione.Ormai il vecchio mondo era alle spalle,c'era rimasto solo l'ignoto da esplorare.Attraversò per primo (e sottolineo primo) la vasta zona che si estende da San Pedro do Turvo fino al lontanissimo Rio Paranà. Fra i Munduru (tribù indigena che mummificava le teste dei nemici) ebbe in dono la
figlia del capo tribù e l'alto onore di coabitare nella solita tenda,ma anche li ad un certo punto si stancò pure della figlia del capo tribù e dei Munduru e si incamminò verso le impervie foreste del sertao paulista.In più occasioni si trovò a lottare con giaguari e serpenti, raccolse farfalle,pappagalli e... diamanti, fino a che nel 1886 giunse nei pressi di un grandioso fiume.Il posto era circondato da verdissimi campi, la terra era rossa;il fiume era il Paranapanema che serpeggiava sinuosamente nella verde vallata.Qui Pietro volle fermarsi,costruì una capanna e da quel giorno terminò la sua vita nomade.Ma non fu subito vita facile, i Coroados i temibili tagliatori di teste, la tribù che viveva in quelle zone, gli bruciò la capanna, allora Pietro chiamò a se altri emigrati italiani e dopo alcuni mesi sorse un improvvisato numero di abitazioni.I nuovi abitanti formarono un simil esercito che si mosse senza pietà contro gli indigeni, scorse
copioso sangue e alla fine i Coroados furono definitivamente allontanati .Una cascata d'acqua meravigliosa rompeva con il suo frastuono il silenzio di quel luogo, in onore a detta cascata la nuova città fu chiamata Salto Grande.In pochi anni le abitazioni crebbero. Gli emigrati italiani giunsero da tutto il Brasile con l'intenzione di aggregarsi alla"tribù del Pocai".Adesso gli italiani erano padroni di un intera regione,incominciarono a coltivare il caffè, canne da zucchero, si costruirono chiese e negozi.Il suo capo incontrastato rimase Pietro Pocai fino al giorno della sua morte avvenuta l'8 settembre 1913.Oggi questa grande città è ancora lì con il suo mezzo milione di abitanti.Nel centenario della nascita di Pietro i cittadini eressero una statua in suo perenne ricordo...l'Indiana Jones garfagnino...
le cascate di Salto Grande |
la bella città di Salto Grande |
la diga di Salto Grande |