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"W la Garfagnana, W il re". Quello che accadde prima, durante e dopo le elezioni di quel fatidico 2 giugno 1946

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Che brutta "bestia"! Molti dicono che è un male necessario, altri
La scheda elettorale del 1946
dicono che senza si potrebbe vivere meglio, alcuni la dividono in due categorie: in quelli che la fanno e in quelli che ne approfittano. Personalmente mi piacque molto la definizione che ne dette Ronald Reagan, il 40o presidente degli Stati Uniti d'America, che così disse:- La politica è stata definita la seconda più antica professione del mondo. Certe volte trovo che assomigli molto alla prima-. Già, la politica, un argomento delicato, difficile da affrontare e pericoloso da trattare, ma prendiamone atto e approfondiamo la questione, d'altronde con la politica ci si vive tutti i giorni e poi i fatti  narrati risalgono a una Garfagnana di settantuno anni fa e alle elezioni, referendum compreso, più importanti della nostra Italia repubblicana. Si, infatti correva l'anno 1946, l'Italia era uscita da oltre vent'anni di dittatura e finalmente si poteva esprimere liberamente al voto. La Garfagnana (o meglio buona parte di essa) affrontò le votazioni prima di tutti con le elezioni amministrative del 10 marzo 1946, i comuni di Careggine, Castelnuovo, Castiglione, Gallicano, Giuncugnano, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, Sillano, Trassilico, Vergemoli e Villa Collemandina scelsero il loro primo sindaco post-guerra e finalmente, cosa da non dimenticare, per la
Per la prima volta le donne al voto
prima volta le donne garfagnine andarono a votare (leggi un mio articolo sull'evento: http://paolomarzi.blogspot.it/la-prima-volta-al-voto-delle-donne.html). Arrivò poi lo storico 2 giugno 1946 e le elezioni politiche che determinarono l'Assemblea Costituente a cui sarebbe stato dato il mandato di redigere la nostra Costituzione, in contemporanea attraverso un referendum si doveva scegliere fra la Monarchia o la Repubblica. I risultati di ciò nella nostra valle da un certo punto di vista furono clamorosi, ma analizzando bene furono in tendenza con quello che era la nostra tradizione, la nostra cultura e il nostro modo di vivere. Certo, quello che si sarebbe presentato davanti alla nuova dirigenza politica locale e nazionale non era un compito sicuramente facile, anzi, la guerra aveva distrutto le case e il morale delle persone, e c'era da ricominciare proprio da lì, a dare nuove speranze, ad aver nuovamente fiducia nella vita e nella politica, ma in Garfagnana il quadro della situazione prima di quelle elezioni non era certo idilliaco: morti da piangere, odi personali e tra fazioni che impiegheranno anni per sopirsi, processi da celebrarsi per le violenze subite, ponti, strade e ferrovia da ricostruire, bombe e mine da rimuovere. La situazione nelle valle
Castelnuovo Garfagnana bombardata
era talmente grave che furono istituiti comitati "Pro Garfagnana" per la raccolta di fondi a sostegno della ricostruzione, ma già nel settembre 1945 a soli cinque mesi dalla fine della guerra e nello stile della più classica delle  storielle all'italiana ci si domandava dove fossero finiti quei soldi. Da un punto di vista occupazionale forse la situazione era anche peggiore, nel gennaio 1946 i reduci di guerra e i disoccupati minacciavano l'occupazione della "Metallurgica" di Fornaci di Barga se entro breve tempo non fossero stati riassunti a pieno titolo, dall'altro canto l'azienda invece continuava a licenziare costretta a riconvertire la sua produzione da bellica in civile, la "Valserchio" (n.d.r:fabbrica tessile) a Castelnuovo dava lavoro a trecento
La "Valserchio" bombardata
operai, adesso era completamente distrutta, l'estrazione del marmo fonte di reddito vitale per l'Alta Garfagnana versava ormai da anni in una profonda crisi, ma non solo, i disoccupati di Molazzana passarono alle vie di fatto occupando il comune e accusando gli amministratori di scarso impegno nei loro confronti. Di  fronte a tutto questo c'erano gli "sciacalli" che approfittando della crisi occupazionale vendevano merce di prima necessita al mercato nero a prezzi altissimi, la grave recessione sfociò in una grande manifestazione di piazza dove si chiedeva che i salari fossero adeguati ai prezzi esorbitanti. Anche l'ordine pubblico non si riusciva a domare, molti garfagnini nonostante la fine della guerra nelle loro cantine conservavano armi degli eserciti in ritirata, praticamente la Garfagnana era ancora un arsenale a cielo aperto. Il colonnello americano Hamilton (commissario provinciale alleato)emise diversi bandi in cui ordinava di consegnare le armi e di cessare anche gli atti di violenza, vendette politiche trasversali si stavano infatti consumando in tutta la valle e per di più in tutto questo caos generale trovò terreno fertile anche la delinquenza comune che rapinava i denari a persone comuni (ma sopratutto ai commercianti). Malgrado tutto, un barlume di speranza affiorava e le buone notizie cominciarono ad arrivare, il governo centrale esentò per due anni la Garfagnana dal pagamento delle tasse, la voglia di vivere cominciava a fare capolino e le richieste per aprire sale da ballo furono numerose, riaprirono anche i cinema, le fiere paesane(seppur a ritmo ridotto)ripresero vita, rinasceva così anche l'associazionismo: le Misericordie, i circoli culturali, le pro loco
Gallicano: macerie sullo sfondo,
 ma la vita riprende
e rinacquero anche i partiti, vecchi e nuovi e la vita politica riprese forza e vigore. A Castelnuovo nel settembre '45 si tenne il primo congresso locale del Partito Comunista, idem a San Romano dove la sezione contava già più di cento iscritti, altri partiti come il Partito d'Azione, il Partito Socialista e la Democrazia Cristiana cominciavano ad "affilare le armi" per la tornata elettorale che sarebbe avvenuta di lì a poco tempo. Ci furono così i primi comizi politici nella valle, personalità che sarebbero diventate di spicco nel panorama nazionale visitarono la Garfagnana, su tutti il futuro Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (democristiano). Insomma, questa era la situazione generale della Garfagnana, questi erano i gravi problemi che dovevano risolvere i nuovi amministratori e in quel 10 marzo 1946 i primi risultati delle prime elezioni (amministrative) libere parlavano già chiaro:

(***i numeri sotto riportati fanno riferimento ai seggi conquistati)

                      Iscritti    % voto    D.C    Blocco Sinistre    Indip    Indi

Careggine:      945          76          /                  /                   12            3

Castelnuovo  3998         65        16                4                    /              /

Castiglione     2135         59        16                4                     /              /

Gallicano        2908         78        16                4                     /              /    

Giuncugnano                                4                                       4             3

Piazza. S         1787         70       12                3                     /              /

Pieve Fosc.                                   3                12                   /              /

Sillano                                           6                  /                    9             /

Trassilico      1152          89           /                  /                   12            3

Vergemoli       948           81           3                 /                   12             /

Villa Coll.      1293          75          12                3                    /              /


La Democrazia Cristiana mise così il suo suggello nella Valle del Serchio, un suggello che durerà per quasi mezzo secolo, ed effettivamente analizzando quello
storico voto vediamo che i comuni dei centri più importanti della Garfagnana erano in mano al partito scudo-crociato: Castelnuovo, Gallicano, Castiglione e Piazza al Serchio. Il blocco delle sinistre si affermava in un solo comune: Pieve Fosciana, probabilmente quell'antico nucleo locale comunista, stroncato violentemente dalla forze nazi-fasciste non era morto, anzi nel tempo aveva continuato a vivere in clandestinità facendo proseliti fra gli abitanti del posto. Il dato più interessante viene dai cosiddetti Indipendenti, dei populisti ante-litteram che avevano una visione della politica molto vicina alle idee delle persone, infatti non avevano fiducia nei partiti e nella politica in generale, il loro pensiero sostanzialmente diceva che un comune per essere ben amministrato non occorre che sia comunista, socialista, repubblicano o cattolico, un buon comune ha bisogno di buoni amministratori, tutti quegli amministratori che sono legati ad una idea politica sono di parte e non farebbero il bene della gente. Queste idee portarono gli Indipendenti a conquistare ben cinque comuni (così come la D.C): Careggine, Giuncugnano, Trassilico, Vergemoli e Sillano, proprio in quei comuni dove la lotta partigiana era di casa, questo lascia pensare che nonostante tutto quelle lotte e quelle idee partigiane  non siano state comprese dalla gente, oppure questa riluttanza era dovuta a una mentalità conservatrice tipica della Garfagnana dell'epoca.
La riconferma di questa mentalità si riebbe clamorosamente due mesi più tardi quando ci furono le elezioni per la Costituente e il referendum Monarchia o Repubblica. I dati sul referendum sono impressionanti:     
                   REPUBBLICA     MONARCHIA
                  
                                             
Camporgiano           40,8          59,2
Careggine             29,7          71,3
Castelnuovo           46,6          53,4
Castiglione           24,1          75,9
Fosciandora          13,7          84,3
Gallicano             53,5          46,5
Giuncugnano           19,5          81,5
Minucciano           37,0          63,0
Molazzana             28,4          71,6
Piazza al Serchio    45,9          54,1
San Romano            48,0          52,0
Pieve Fosciana        48,1          51,9
Sillano              46,9          53,1
Vagli                 48,3          51,7
Vergemoli             31,3          68,7
Villa Collemandina    20,4          79,6

(*i numeri sono espressi in percentuale: Garfagnana monarchica con il totale del 61,5%)

La Garfagnana al grido di "W il re" risultava irremovibilmente
monarchica, un solo comune, Gallicano, era repubblicano, ma il resto della comunità confermava Umberto II Re d'Italia. Fanno sensazione i numeri di comuni come Fosciandora che con l'84,3% dei voti si affermava come il comune più monarchico della Garfagnana a ruota seguivano con percentuali altissime Giuncugnano, Villa Collemandina, Vergemoli, Castiglione e Careggine. La provincia di Lucca risultava invece repubblicana con il 57,7%, così come il resto d'Italia con il 54%. I dati garfagnini facevano profondamente riflettere, in sintesi premiavano quella monarchia che aveva consegnato il potere a Mussolini e che aveva portato alla guerra civile. D'un tratto la guerra vissuta sulla propria pelle, le lotte partigiane, i lutti e le macerie sembravano che non avessero sortito nessun effetto sulla loro coscienza, prevaleva quindi  l'indole conservatrice, la nostra paura atavica della novità e il timore di lasciare la strada vecchia per quella nuova. Questo conservatorismo si riflesse anche sull'elezione dell'assemblea Costituente, le radici fortemente cattoliche della Valle del Serchio e l'influenza dei preti sulle persone premiarono la Democrazia Cristiana con percentuali totali addirittura più alte che di quelle referendarie pro monarchia; con il 66% dei voti la D.C surclassava tutti gli altri partiti che si dovettero accontentare delle briciole, P.C.I e P.S.I ottennero insieme il 24%. Dopo cinquant'anni la Garfagnana aveva però un suo rappresentante parlamentare,l'onorevole Loris Biagioni(D.C). Quello che accadde dopo queste votazioni fa parte di tutto quel bagaglio politico tipicamente italico che ormai conosciamo tutti bene. Coloro che durante la guerra avevano compromesso fortemente il loro passato, senza vergogna alcuna fecero ben presto a salire sul carro del vincitore, emblematico fu quell'episodio che riportò al tempo  sulle proprie pagine"La Gazzetta del Serchio" e che accadde al già citato colonnello Hamilton, quando in
Il re Umberto II lascia
l'Italia dopo i risultati
del referendum
una delle sue visite in Garfagnana si fermò a Camporgiano, tutte le autorità comunali accolsero l'importante ospite, fra queste autorità: "...c'era un fascistone conosciuto in tutta la provincia per le altissime cariche ricoperte nell'ex partito nazionale fascista, tra cui marcia su Roma, fascia littorio, membro federale, fondatore dei fasci in Garfagnana. Ecco, allora vorremmo sapere chi sono i componenti di questo comune per non conoscere l'attività deleteria del dottor XYZ, svolta in venti anni di regime fascista. Forse questi signori vivono in un altro mondo? Conoscevano per fama la sfacciataggine di questo gerarca, ma non fino a questo punto...". Di questo clima se ne accorsero di più e meglio coloro che tornarono dai campi di prigionia e che avevano subito angherie inverosimili da questi aguzzini, il loro sbigottimento era totale: "Le cose continuavano come prima, chi aveva collaborato con il nemico continuava imperterrito nel proprio lavoro avendo cambiato solo casacca" .

Così la Garfagnana e l'Italia entravano nell'era repubblicana.


Bibliografia


  • "Dal fascismo alla resistenza. La Garfagnana fra le due guerre mondiali" di Oscar Guidi. Banca dell'identità e della memoria . Anno 2004

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