Il gruppo delle Panie |
miti e credenze legate a mostri, creature leggendarie e animali fantastici. Quello che altrove si è perso in Garfagnana e sulle Alpi Apuane resiste, radicato ormai nella vita della comunità, sono echi ancestrali, di culti pagani è un mondo di mezzo questo, un qualcosa di fantastico che sta fra il sacro e il profano, popolato da creature dalle mille forme, tali esseri le possiamo trovare anche in leggende dell'antica cultura romana e greca o addirittura nei racconti dei popoli nordici. Quando si parla di queste creature innanzitutto dobbiamo tener presente che in una data cultura e in un determinato momento storico sono stati creduti esseri reali, quindi effettivamente esistiti. Oggi analizzeremo non quegli esseri che ormai tutti nella nostra valle conoscono e già sono stati frutto dei miei articoli come il buffardello, l'Omo Selvatico o le fate, ma andremo appunto ad esaminare alcune di quelle creature sconosciute a molti ma che una volta nelle notti d'inverno qualche anziano, al fuoco del camino raccontava e giurava di averle viste.


tasche della coppia. Le Zinabre non tornarono più in quel posto, la loro gentilezza era stata irrimediabilmente tradita.
Un altro essere inquietante è la MARGOLFA, questa donna non vive nei boschi o nelle montagne, ma vive in prossimità dei villaggi, dei borghi o dei paesi. Chi la vede la può riconoscere perchè è molto alta, in maniera spropositata e veste di una grande sottana dove solitamente nasconde i bambini che si sono comportati male, ma a differenza di altre credenze la Margolfa non è una paura unicamente dei piccoli ma bensì anche degli adulti, poichè conosce tutte le malefatte, gli inganni e le brutte azioni di ogni persona, difatti è sua abitudine nascondersi sotto le finestre e ascoltare quello che si dice in casa ed è pronta a ripetere ai quattro venti quello che sente con il suo tremendo vocione. Esiste una maniera sola per difendersi da questa donna recitare il Rosario e farsi il nome del Padre.
Non ci sono però solo figure umanoidi nelle nostre leggende, sono presenti anche animali mostruosi come quella lucertola grande come una volpe che vive fra le rocce del Pizzo delle Saette, essa è dotata di squame durissime e lucenti, talmente lucenti che quando è sui massi a prendere il sole il bagliore rossastro del suo riflesso se incrocia l'occhio umano può stordire la persona e
lasciarla inebetita per alcune ore. Chi ha subito questa sorte, nell'attimo in cui gli si è offuscata la vista ha potuto vedere nelle viscere della montagna un'enorme buca piena d'oro circondata da lingue di fuoco.
Sempre a proposito di bestie sovrannaturali nel vallone opposto al Pizzo delle Saette c'è la Pania Secca dove era antica abitudine dei pastori locali andare a distruggere i nidi delle aquile con lunghe pertiche uncinate per preservare gli agnellini da eventuali attacchi. Era un operazione molto pericolosa nella quale si poteva rischiare anche la vita, specialmente da quando questa montagna era dominata dalla grande aquila, questo volatile era enorme e si dice che avesse la forza di ghermire non solo agnellini, ma anche cani e capre, le mamme temevano addirittura per i bambini.I fatti vogliono che questo uccello non avesse la testa d'aquila, ma quella di donna, si diceva anche che fosse dotata di denti affilatissimi ed emetteva strilli
così acuti non sopportabili da orecchio umano. Un giorno una spedizione notturna formata da uomini provenienti da varie località arrivò sulla cima della Secca e fece rotolare dei massi infuocati cosparsi di pece, da quel giorno l'essere non si vide più.
Per ultimo analizzeremo non un animale mostruoso o una strana creatura ma piuttosto un fenomeno meglio conosciuto come il GALON DI RODE. Questo prodigio si rifà alla figura di Erode e alla leggenda dell'ebreo errante, nata a quanto pare nel basso Medioevo, secondo la quale questo ebreo ignoto negò (come Erode) l'acqua a Gesù lungo la strada che portava al Golgota. Per questo motivo il Signore lo avrebbe maledetto, costringendolo a vagabondare per sempre sulla terra senza riposo e senza poter morire. Sulle Alpi Apuane questa entità la descrivono come una scia luminosa che solca il cielo, c'è chi l'ha visto con la forma di una gamba o di uno stinco che attraversa la volta celeste lasciando una traccia lucente, oppure c'è chi giura che può prendere l'aspetto di un pezzo di legno infuocato che finisce la sua corsa nel mare.Tradizione narra che il fenomeno accada ogni cento anni, per
molti può essere portatore di sventure e di cattivi presagi, per altri invece può essere foriero di ingenti fortune.C'è pure chi ancora ricorda l'ultimo passaggio di questa fiamma che sorvolava velocemente il canalone del Trimpello e la Pania.
Voglio chiudere questo viaggio negli esseri fantastici della Garfagnana, estrapolando una frase da una poesia francese di Patrice de La Tour du Pin intitolata "La quete de joie" del 1920 che dice pressapoco così: "I Paesi che non hanno leggende sono destinati a morire di freddo"...e la Garfagnana sicuramente non fa parte di questi.