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La sanità in Garfagnana negli anni 30: il dottore e le cure di una volta

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Il dottore di una volta
La sanità una volta era una cosa seria...e così anche in Garfagnana. La figura del dottore insieme a quella del prete, del farmacista e del maresciallo dei carabinieri erano figure di tutto riguardo che incutevano rispetto e allo stesso tempo lo davano.Erano personaggi importanti perchè nel mondo contadino  e quindi anche in quello garfagnino erano le persone preposte alla cura dei  valori ancestrali primari, quindi al benessere del corpo (vedi dottori e farmacisti),alla salvezza dell'anima (il prete) e alla difesa dei beni terreni (il maresciallo dei carabinieri).Vorrei questa volta analizzare la figura del dottore per fare un tuffo nella Garfagnana di fine anni 30 del secolo passato e fare un raffronto introspettivo con oggi.Questa testimonianza che andrò a esporre ci riporta a valori e abitudini di un mondo che non ci appartiene più, ma che varrebbe la pena sotto certi aspetti di riscoprire e apprezzare.Qui si racconta come ci si preparava ad una  visita  del medico condotto a un paziente in  una casa di Castiglione Garfagnana. Il racconto è della signora Giulia, che poi darà alcuni rimedi medici naturali di una volta, dato che le medicine erano un lusso:
"Il dottore una volta,come ora per noi, era una persona
Un vecchio rimedio di una volta
di rispetto.Quando si doveva chiamare il dottore per qualche malato in casa eravamo tutti sottosopra, perchè ci dava soggezione e volevamo accoglierlo il meglio possibile,così si mettevano le lenzuola quelle con la trina nel letto dell'ammalato,come pure i cuscini. Si preparava la bacinella e l'acqua nella brocca dove il dottore si lavava le mani, come pure l'asciugamano con il pizzo. A questo punto cominciava l'attesa ,così quando arrivava andavamo alla porta facendogli strada .Il dottore visitava l'ammalato poi, secondo quello che gli riscontrava ci dava la cura,cioè se era una semplice influenza gli ordinava un bel bicchiere di magnesia San Pellegrino e magari uno sciroppo per la tosse che quello c'era, ma se era una malattia seria come la polmonite allora non essendoci a quei tempi ne penicellina ne antibiotici il dottore ordinava che gli facessero degli impiastri di farina gialla cotta nell'acqua salata e mettendola in un canovaccio (ndr: tela di canapa grossa e ruvida per usi da cucina) quanto più caldo si poteva resistere, si doveva metterlo sul petto del malato nel punto in cui doleva: così con il calore avrebbe fatto espettorare i catarri. Finita la visita arrivava il momento di congedarsi dal dottore a cui veniva offerto immancabilmente del rosolio ( che veniva offerto solo negli eventi speciali) fatto dalla mia mamma e di tutto ringraziamento il mio babbo tirava il collo ad uno dei polli più belli per darlo per parcella al dottore . Ricordo inoltre altri rimedi che il medico consigliava in assenza di medicine.Per l'infiammazione agli occhi: si cuoceva la ruta con l'acqua, poi si facevano i fumenti, così pure se uno si pungeva con uno sprocco (ndr. spina) o si feriva lievemente,
Il gambo rosso,le medicine naturali 
si faceva bollire dell'acqua con dentro una manciata di sale  e prima che l'acqua si freddasse ci si immergeva dentro la ferita per disinfettarla. Il finocchio selvatico si bolliva e si beveva, perchè faceva bene alle vie urinarie come pure il gambo rosso. Purtroppo c'era da curarsi come si poteva, finchè serviva, altrimenti...Amen..."

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