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Terra di lupi e di briganti.Quando la Garfagnana era in mano ai banditi...

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un brigante del 1500
Terra di lupi e di briganti così era conosciuta la Garfagnana  nel periodo rinascimentale,mentre nella vicina Firenze  si era nel pieno fulgore delle arti e del pensiero umano la nostra terra era in mano ad un manipolo di briganti della peggior specie .Era un male da estirpare per ripristinare la giustizia,ma anche qui come succede spesso un conto è dirlo e uno è farlo.La storia si ripete appunto e sembra sentir raccontare storie già sentite di strane connivenze fra stato e  mafia e dato che a quel tempo la mafia non esisteva vi erano evidenti complicità fra stato e briganti e a sopraintendere a tutto questo teatrino mandarono un certo Ludovico Ariosto che poverello armato delle migliori intenzioni trovò subito grosse difficoltà, ma trovò anche il rispetto dei briganti stessi.Leggete sembra una storia paragonabile ai giorni nostri.
L'organizzazione estense lasciava a tutte le terre della Garfagnana sotto il suo controllo una larga indipendenza; il ruolo di rappresentante della corona era svolto dai Commissari, successivamente sostituiti dai Governatori. Uno dei primi Commissari/Governatori fu Ludovico Ariosto, che arrivò a Castelnuovo nel 1522 e rimase fino alla metà del 1525; le lettere da lui scritte in questo periodo rivelano che il soggiorno in Garfagnana fu per lui difficile e sofferto. L'Ariosto infatti era soprattutto un poeta e non uomo politico e la carica di Goverantore fu da lui accettata esclusivamente per motivi economici. Il poeta ebbe più volte a rimproverare al Duca Alfonso I la sua indulgenza verso i banditi che, in quel periodo, erano la piaga della Garfagnana. Nonostante l'insofferenza verso la sua mansione, l'Ariosto cercò comunque di dare sempre il meglio di sè: conosceva bene i briganti e sapeva che la loro forza veniva sia dalla paura della gente, sia dalla paralisi del potere;
Ludovico Ariosto
conosceva anche i pastori, i contadini, gli abitanti dei villaggi e , se all'inizio li aveva considerati gente ottusa e cocciuta, ben presto aveva capito che si trattava solo di poveri uomini, dimenticati da tutti e umiliati da troppe vessazioni. L'Ariosto cercò subito di mettere in atto leggi severe contro i banditi e i loro favoreggiatori, ma queste leggi non furono gradite al Duca che le bloccò immediatamente. Di fatto il duca Alfonso aveva ricevuto aiuto proprio dai briganti un anno prima, quando questi avevano difeso per lui la Rocca delle Verrucole contro le forze pontificie di Leone X. Quindi il Duca non aveva nessun interesse ainimicarsi il favore dei briganti. Questi ultimi infatti si facevano sempre più baldanzosi e si vantavano addirittura di essere protetti dal Duca in persona. Lucca e Firenze, da parte loro, potevano solo trarre vantaggio da questa situazione e aspettavano il momento opportuno per rioccupare le terre perse e finite in mano agli Estensi. Ciò è dimostrato dal fatto che quando i briganti riuscivano a fuggire, si nascondevano spesso nei territori di Lucca o Firenze. Tra i briganti della Garfangana, alcuni sono rimasti avvolti da un alone di leggenda e le loro gesta e malefatte hanno dato origine a storie e racconti rimasti a lungo nella memoria della gente, come la storia del Brigante Pacchione: 

“Era un conosciuto capobanda nascosto nei boschi dell'Appennino. Pare proprio che il suo rifugio fosse nei pressi di San Pellegrino,luogo privilegiato per assalire e derubare i viandanti che da Modena scendevano in Garfagnana. Un giorno, mentre l'Ariosto saliva verso il passo, fu assalito e derubato dei suoi averi. All'improvviso uno dei banditi della banda di Pacchione pronunciò il nome dell'Ariosto ed il bandito svelto domandò – Dov'è? Dov'è Messer Ariosto? -Sono io – rispose il poeta. - Compagni, udite! -
La Rocca Ariostesca a Castelnuovo.
La "casa" dell'Ariosto ai tempi garfagnini
disse il bandito con voce risoluta –che non sia torto un capello al grande Ariosto! - Tutta la merce fu restituita ed il Pacchione aggiunse: - Messere, anche i banditi della Garfagnana, che voi sferzate nelle vostre satire, vi apprezzano e vi rispettano – E si inchinò ossequiente e cerimonioso prima di sparire nel folto dei boschi" 

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