Cari futuri genitori, dare il nome al nascituro che fra poco tempo
allieterà (più o meno...) le vostre prossime giornate non è cosa da poco. D'altra parte un nome attribuito ad un pargoletto non rivela nulla delle sue caratteristiche personali e d'altronde è indubbio che questo bambino si ritroverà un nome fra "capo e collo" che lui (ovviamente) non ha scelto. Invece, dall'altro lato, è altrettanto chiaro che questo nome dirà molto delle caratteristiche di chi lo sceglie, infatti, è fuori di dubbio che l'insieme di tutti questi nomi in una società possono essere considerati un indicatore sensibile delle tendenze, dei gusti e dei valori comuni di una determinata epoca storica. Insomma, bene o male anche i nomi fanno parte della sfera della moda, del gusto del momento o dell'usanza corrente. Rimane il fatto, comunque sia, che esiste una classifica ben definita dei nomi di battesimo più diffusi in Italia ed è curioso vedere anche tale classifica riferita specificatamente alla nostra cara Garfagnana. Il lavoro fatto per arrivare a questo è stato a dir poco certosino e fa riferimento allo spazio di tempo che parte dal 1900 e arriva al 1999 e tutto ciò è stato tratto dagli archivi digitali dell' Istituto Nazionale di Statistica, meglio noto a tutti come I.S.T.A.T. Prima di arrivare al nocciolo della questione però e doveroso fare un viaggio nei regolamenti e nelle leggi che esistono sull'attribuzione di un nome.Si perchè non è che proprio proprio ad un bambino si può dare il nome che uno vuole... La scelta tuttavia è ben ampia, sono infatti 28.000 i nomi di persona documentati in Italia nel '900, in base ai dati del Ministero delle Finanze. La vastità di tale repertorio non lascia dubbio sull'ampio grado di libertà che possono avere i futuri padri e madri. Con tutto ciò però, è bene specificare che fino al 2000 è stato in vigore il divieto, introdotto nel 1939, di: "imporre un cognome come nome, altresì ridicoli o vergognosi o contrari all'ordine pubblico, al buon costume o al sentimento nazionale o religioso, o che sono indicazioni di località o in generale denominazioni geografiche e, se si tratta di un bambino avente la cittadinanza italiana, anche nomi stranieri". Naturalmente è inutile affermare che nel corso del secolo scorso non sono mai stati rispettati pienamente questi vincoli e visto che queste norme venivano pienamente disattese i legislatori hanno fatto buon viso a cattivo gioco e una revisione introdotta dal D.P.R 396 del 3 novembre 2000 non ha fatto altro che prendere atto di una situazione esistente, facendo cadere indicazioni divenute anacronistiche per una società democratica e multietnica. Unico limite alla fantasia dei genitori è rimasto il divieto di attribuire un cognome come nome, nonchè nomi ridicoli o vergognosi, una forma di tutela della persona che ci piacerebbe pensare di non dover delegare alla legge. Il secolo preso in visione in questo caso per quando riguarda la Valle del Serchio intera riflette un periodo storico particolare, perchè in questo arco di tempo in Italia la società ha avuto cambiamenti profondi: due guerre, conflitti politici e sociali, ma non solo, anche la circolazione delle persone e delle idee ha inciso profondamente a livello onomastico. Difatti se è vero come è vero che i nomi sono legati alle tendenze del momento vediamo che anche in Garfagnana negli anni '80 ci fu un proliferare del nome Pamela,
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