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Armi da fuoco e polvere da sparo. Era il 1382 quando in Garfagnana nacque una delle prime "officine d'arme" (una fabbrica di armamenti)

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Esistono pro e contro del progresso scientifico e ogni nuova scoperta è sempre una specie di arma a doppio taglio, può avere effetti benefici o effetti catastrofici, a seconda di come l’uomo decida di sfruttarla. Alla domanda “la scienza è più vantaggiosa o svantaggiosa per la vita dell’uomo?”, la maggior parte delle persone sarebbe probabilmente portata a considerare i progressi in campo medico, tecnologico e industriale degli ultimi secoli, e a rispondere conseguentemente in modo positivo e ottimista. Ma basterebbe guardare con un occhio un po’ più attento per rendersi conto che non è tutto rose e fiori come può sembrare. Qualche esempio? Partiamo dal più noto. Albert Einstein fu il padre dell'energia nucleare, lo scienziato scoprì che questa nuova fonte energetica primaria derivante dall'energia dell'atomo poteva essere usata per produrre energia elettrica, in compenso ci furono altri uomini che ebbero "la brillante" idea di impiegarla in ambito bellico, trasformando una grandissima invenzione in un arma di distruzione di massa. Qualcuno di voi ha invece sentito parlare di Zyklon B? Credo proprio di si. Lo Zyklon fu un insetticida della Bayer, sviluppato negli anni '20 del 1900 da un ebreo tedesco di nome Friz Haber, vincitore del premio Nobel per la chimica nel 1918. Haber fu poi costretto ad emigrare in Inghilterra per non rimanere vittima della sua stessa invenzione. Infatti l'insetticida fu usato dalla Germania
nazista nelle camere a gas nei tristemente famosi campi di sterminio. Secoli e secoli prima delle suddette scoperte g
li orientalissimi cinesi scoprirono per primi il potere della polvere da sparo, ma la usarono per fare i fuochi d'artificio e per rischiarare l'oscurità della notte con fantasmagorici fiori di luce colorata. Noi occidentali arrivammo alla polvere da sparo un po' dopo i cinesi, ma ne facemmo subito uno strumento di guerra, un modo per uccidere, da lontano e senza sporcarsi le mani e in Garfagnana di questa invenzione fummo tra i primi in Italia ad "industrializzare" la produzione e a fabbricare nuove e potenti armi che la potessero sfruttare. Sicuramente non è un merito, per l'amor di Dio non lo nego, ma rimane di sicuro un fatto storico oggettivo da analizzare con interesse. Difatti sappiamo che è nel 1240 che per la prima volta in Europa si cominciano a fare ricerche su una presunta "polvere esplosiva" e fu il filosofo inglese, nonchè francescano, Ruggero Bacone a sperimentare gli effetti "esplosivi" di una miscela fatta di zolfo,
salnitro e polvere di carbone. Dall'altro lato è plausibile pensare che la probabile paternità ad inventare i primi strumenti in grado di sfruttarne le doti propellenti di questa nuovo composto siano stati gli italiani e in particolare i fabbri e i meccanici bresciani della Val Trompia. In effetti questa è una circostanza da non sottovalutare (che vedremo poi in seguito), poichè furono sempre i fabbri della Val Trompia che nel XIII secolo per sfuggire alla persecuzione del ghibellino Ezzelino III si rifugiarono (anche) a Fornovolasco, dove poi misero su dei forni fusori per fondere il ferro delle vicine miniere. Rimane il fatto che nel giro di qualche decina di anni in barba ad archi e frecce si cominciò a parlare di "balestrieri e scoppettieri" e nel 1321 quando gli Estensi (coloro che poi governeranno anche sulla Garfagnana)assedieranno Argenta(cittadina in provincia di Ferrara) utilizzarono "scoppietti e spingarde". Questo nuovo modo di fare guerra non trovò sempre consenso e anche il "nostro" Ludovico Ariosto, governatore in Garfagnana, ebbe a che da ridire nella sua opera più celebre "L'Orlando Furioso" e 
precisamente, attraverso una metafora condannava l'uso delle artiglierie in quanto contrarie allo spirito cavalleresco, dato che, erano in grado di offrire un vantaggio militare che non aveva nulla a che vedere con il valore e la lealtà. Anche Santa Romana Chiesa ne fece una questione etica e morale, precisando che le armi da fuoco "erano molto omicide e spiacenti a Dio". Tuttavia rimane innegabile che la scoperta della polvere da sparo e del suo utilizzo per la creazione delle armi fu un cambiamento epocale che si ripercosse anche nelle nostre zone e cambiò da un punto di vista architettonico anche la struttura dei paesi, e se prima le mura che si ergevano a
difesa dei borghi erano alte e sottili, ora con l'avvento delle armi da fuoco dovevano essere per forza ridisegnate, dato che non avrebbero retto l'urto delle palle da cannone. Si costruirono così mura più basse e larghe, rinforzate da terrapieni, per reggere il tiro delle artiglierie.  Necessariamente si diede così addio anche al ruolo dell'arciere e delle unità corrazzate, difatti nessuna armatura era in grado di garantire la mobilità necessaria in battaglia e tanto meno la resistenza ai proiettili. Ad ogni modo c'è chi arrivò 
perspicacemente a capire che con queste nuove tecniche di guerra ci si poteva fare soldi a palate. Difatti a quel tempo le guerre erano all'ordine del giorno, basta prendere un qualsiasi testo di storia e rendersi conto che in Europa (e anche in Italia) abbiamo smesso di guerreggiare in maniera assidua solamente alla fine della seconda guerra mondiale. Fattostà che fra i primi a comprendere questo fu Giovanni Turignoli da Barga, detto "Zappetta". Lo Zappetta si trasferì in quel di Gallicano dove aveva aperto un'attività per la lavorazione del metallo, quello che è certo che nella sua officina non produceva nè pentole, ne' attrezzi da lavoro, anzi, probabilmente li avrà anche fabbricati, visto il suo soprannome, quindi è più giusto dire che convertì la sua produzione in poderose armi da fuoco, tant'è che in un documento del 1382 (quindi pochi decenni dopo che la polvere da sparo prese campo) si evidenziava che il 23 agosto il Comune di Lucca stanziava a Giovanni Zappetta di Gallicano ben cento fiorini d'oro per "due bombarde
Bombarde
 grosse
", ma non solo, e come se fosse proprio una commessa, l'ordinazione di bombarde si ripeteva per l'anno 1384. Parallelamente, con un fiuto imprenditoriale degno dei giorni nostri, il buon Giovanni sviluppò la fabbricazione di polvere da sparo e di palle da cannone, che il Raffaello Raffaelli nel libro "Descrizione storica della Garfagnana" del 1879 dice che: "In un canale detto il Pietraio (oggi Piastraio), in quei pressi esisteva una fabbrica di palle da cannone, che si facevano principalmente con il ferro delle miniere di Forno Volasco e si spedivano all'estero". Ecco allora, a chiudere il cerchio, tornare alla ribalta Fornovolasco e i sopraccitati fabbri della Val Trompia, già esperti nella costruzione di armi da fuoco. Insomma, gli altri staterelli e la Repubblica di Lucca avevano bisogno di queste attività, fino al punto che gli stessi anziani di Lucca incentivarono l'apertura di queste nuove fabbriche, promettendo esenzioni e altri vantaggi a chiunque avrebbe intrapreso queste attività nella Valle del Serchio, a patto che, quanto veniva prodotto fosse ad esclusivo uso della Repubblica. Ma perchè questi privilegi venivano dati a chi avviava questa industria solamente nella nostra valle? E' presto detto. Ad esempio la fabbrica dello Zappetta situata a Gallicano aveva la prerogativa di essere collocata fra delle piccole vallate, in questo modo si poteva nascondere da occhi indiscreti e curiosi. L'altro pregio di questo posto era che in caso di esplosione accidentale i danni sarebbero comunque stati limitati e per di più, cosa da non
Gallicano
 sottovalutare, la fabbrica era situata vicino alla via di comunicazione principale. Ma soprattutto, la particolarità più importante era l'acqua (quasi) perenne dei torrenti, quei corsi d'acqua che furono di fondamentale importanza per alimentare e dare forza motrice a questi nuovi macchinari. Nel caso specifico di Gallicano era il Torrente della Fredda ad alimentare queste attrezzature, il medesimo corso d'acqua che per parecchi anni fece funzionare anche la S.I.P.E Nobel del paese. Ma questi non furono i soli motivi che fecero la fortuna dello Zappetta, la zona era infatti ricchissima di alberi; il legname ricavato avrebbe alimentato i forni fusori e principalmente sarebbe servito per fare carbone, elemento fondamentale per ottenere la polvere da sparo. Naturalmente, come abbiamo letto, non bastava il solo carbone, in buona parte serviva anche del nitrato di potassio, che in casi d'emergenza veniva prodotto artificialmente nelle "nitrerie" locali, in maniera a dir poco curiosa per i tempi moderni. Infatti veniva preparato mescolando ceneri, terra e materiale organico (paglia e letame), fatto questo si formava manualmente un blocco alto un metro e mezzo, largo due metri e lungo cinque, tale blocco veniva poi messo al
Nitrerie medievali
 riparo della pioggia e tenuto bagnato con l'urina... Si avete capito bene, l'urina. In caso di guerre improvvise sarebbe stato saggio avere scorte di questa sostanza e per fare ciò ci si premuniva comprando la pipì degli animali dai contadini. Pertanto, dopo circa un anno e mezzo, da 
questo marcescente blocco si otteneva del liquido ricco di nitrato di potassio, che poi in seguito veniva raffinato ed utilizzato. Ovviamente la maggior parte del nitrato(insieme allo zolfo) veniva importato e in questo caso dalla lontana Venezia. In sostanza possiamo dire che la produzione dello Zappetta era a dir poco fiorente, niente, come abbiamo letto era lasciato al caso, dalla sua fucina uscivano solamente armi di prima qualità. Le sue bombarde (una sorta di primitivo cannone), erano fra le più rinomate in campo militare, ma la vera novità bellica fu l'introduzione dello "schioppetto", o "schioppo" che dir si voglia, la prima arma da fuoco portabile costituita da una canna di ferro e rame e sostenuta da una sorta di manico di legno (o ferro)con accensione a miccia. Alla fine dei conti, possiamo senz'altro dire che la famiglia Turignoli divenne nel giro di pochi anni una delle famiglie più importanti ed influenti della zona e con buona pace di chi crede che le "lobby"
Lo schioppo
siano un argomento moderno è giusto dire che tale famiglia (a proprio sostegno economico e di prestigio), nel 1400 concorse fattivamente e con tutte le sue forze all'elezione di Paolo Guinigi, che venne poi eletto Signore assoluto della Signoria di Lucca, dove resse il comando per ben 30 anni. La casata Turignoli, vide così crescere la sua posizione finanziaria, diventata così prospera grazie e soprattutto all'opera dello Zappetta. Nel corso dei lustri che passavano ottenne anche il 
titolo onorifico del "segnale guerresco" e non mancò di dare uomini atti alle armi, come tal Francesco Turignoli, che si distinguerà nella difesa di Firenze contro Carlo V. 

A margine di tutta questa storia rimane però un fatto singolare che oscurò la fama di guerrafondai di questa stirpe. Nell'anno 1399 nacque a Barga il nipote dello Zappetta, un certo Lodovico Turignoli che salirà alla ribalta della cronache come il Beato Michele da Barga. A 35 anni il sant'uomo abbandonò ricchezze e potere della famiglia e si dedicò ai poveri, ai bisognosi e agli sconfitti, diventando fra l'altro discepolo di Frà Ercolano che in quel tempo stava costruendo il convento di San Bernardino in Mologno. Bhe! Non rimane che dire... Dio vede e...provvede. 


Bibliografia

  • Camarlingo generale, n. 80, c. 88-89, 1370 maggio 13 e 23; n. 82, c. 229, 1378 luglio 28; n. 105, c. 143v, 1382 agosto 30; n. 106, c. 154v, 1383 aprile 22; n. 109, c. 158, 1395 giugno 16, ove è detto «da Barga, maestro di bombarde abitante in Gallicano» (in Concioni-Ferri-Ghilarducci, Arte e pittura cit., p. 147, 154, 158, 172).
  • "La Sipe di Gallicano", Circolo Culturale Gilberto Tognotti, edito Garfagnana editrice, anno 2016
  • "Descrizione storica della Garfagnana" di Raffaello Raffaelli del 1879


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