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"La Garfagnana storica"... ecco i suoi discussi confini...

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Addentrarsi nell'argomento che affronterò nelle prossime righe è come fare un percorso ad occhi bendati su un campo minato, forse sarebbe meno insidioso passeggiare in una gabbia di leoni. E in effetti quando si parla d'identità, di confini e di appartenenze si rischia sovente di cadere nella trappola dei campanilismi più reconditi della persona e la conseguenza di ciò porterebbe alla faziosità più estrema dell'indole umana. Lungi da me questa intenzione, per l'amor di Dio, ma è bene chiarire una volta per tutte quali erano i confini storici della Garfagnana... Barga era dentro o era fuori? La Garfagnana terminava a Minucciano? Ed è vero che Gallicano è stato sempre il confine meridionale della regione?. Introduciamoci allora in quella che era la cosiddetta "Garfagnana Storica". Per fare questo non rimane che "armarci" di documenti, di fornire fonti e testi e di conseguenza far parlare questi, in modo da togliere ogni dubbio al mio caro lettore che quanto scriverò è tutto provato nei documenti d'archivio. Cominciamo con lo stabilire i confini attuali della Garfagnana. I comuni situati più a nord sono Minucciano e Sillano- Giuncugnano che rispettivamente
Sillano
 fanno da delimitazione fra la Lunigiana e la provincia di Reggio Emilia. A sud, Gallicano e Fabbriche di Vergemoli sono il limite meridionale, tale confine prosegue su tutta la riva destra del fiume Serchio fino al Ponte di Campia, lasciando sulla sponda opposta Barga e Coreglia come comuni confinanti. In breve possiamo considerare Garfagnana i comuni di: Camporgiano, Careggine, Castelnuovo, Castiglione, Fabbriche di Vergemoli, Fosciandora, Gallicano, Minucciano, Molazzana, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, San Romano, Sillano-Giuncugnano, Vagli, Villa Collemandina. Questa disposizione amministrativa se si vuole è recentissima, perchè questi attuali
Gallicano
pertinenze sono da attribuirsi al periodo napoleonico(salvo che i recenti accorpamenti dei comuni degli ultimi anni). Un decreto di Napoleone del 21 febbraio 1804 stabiliva che una parte della valle doveva essere annessa ai territori del Dipartimento del Panaro, che a sua volta veniva suddiviso in otto distretti, uno dei quali era Castelnuovo Garfagnana che sotto la sua giurisdizione aveva 21 comuni (fra i quali anche Soraggio, Sillicano, Sassi e altri ancora). La successiva modifica del 1806 portò oltre che un nuovo Stato d'appartenenza (il Principato di Lucca e Piombino) ad uno snellimento "burocratico" che arrivò a identificare la Garfagnana in 17 comuni (più o meno quelli odierni). Ma non sempre fu così... La parola, o meglio, la regione Garfagnana aveva prima di quella data tutt'altri confini e non a caso, come spesso si sente dire, si parla frequentemente e con opinioni diverse di "Garfagnana Storica". Ebbene il discorso è complesso o perlomeno non tanto difficile da comprendere, ma al quanto tortuoso e contorto. Cominciamo con il dire che l'uomo antico e saggio per suddividere zone e regioni partiva da un presupposto principale: la cosiddetta omogeneità culturale, soprattutto in fatto di tradizioni e vita sociale. Proprio per questo vediamo che nel 1300 c'era ancora una 
De Montibus
parte di studiosi e letterati che poneva(giustamente come direbbe uno studioso di etnografia) una buona parte di Garfagnana sotto l'influenza ligure, vista la discendenza che aveva la valle con la remota popolazione dei Liguri-Apuani. A conferma di questo il Boccaccio nel 1360 nella sua opera geografica il "De Montibus" parlando di confini garfagnini diceva che "il monte Pietra Apuana è proteso dall’inizio dell’Appennino dei già Liguri Friniati verso la pianura lucchese e da qua verso il mare Ligure e Tirreno e la vecchia città di Luni, quindi guarda verso la piana pistoiese e quella fiorentina e si avanza verso i gioghi dell’Appennino sud-orientale". Comunque sia, alcune carte del VIII secolo identificano "Carfaniana" i territori delle Pievi di Offiano (nei pressi dell'attuale Casola Lunigiana), Castello e Vinacciara (Alta Valle Aulella), nella diocesi di Luni. Non è escluso che tale nome comprendesse tutto il resto della zona, visto che le fortificazioni di Piazza al Serchio, Castelnuovo e Coreglia già in epoca bizantina potrebbero essere state le sedi "del distretto limitaneo carfaniense" (ossia dei presidi militari di frontiera). Quello che è sicuro che di li a qualche tempo dopo dei documenti ecclesiastici lucchesi chiamano Garfagnana i territori a nord di Molazzana (IX secolo)e che da documenti posteriori al 1000-1100 sono pressochè concordi nel porre il confine meridionale della Garfagnana sui fiumi Pedogna (attuale comune di Pescaglia) e Fegana (Bagni di Lucca). In pratica intorno all'anno mille possiamo considerare Garfagnana i territori a nord di Piazza al Serchio, e tutti gli altri territori che scendono a valle fino ad arrivare al torrente Pedogna. Perciò una zona ben circoscritta, ben definita anche da un punto di vista culturale e linguistico e come tale, a quel tempo era così avvertita. Naturalmente per gestire cotanto territorio non bastarono solo le affinità culturali, ma come in tutte le cose ci volle metter bocca la politica e sempre in epoca longobarda-bizantina (e forse già in quella romana) la Valle del Serchio fu divisa in due grandi
distretti: il "fines Carfanienses"(territori di Piazza e Careggine)e il "fines Castrinovi"(suddivisi nelle Pievi di Gallicano, Pieve Fosciana e Loppia). Esisteva anche un terzo distretto, il "fines Contronenses" (pievi d Controne-Monti di Villa e Crasciana). Quello che emerge chiaramente da questa suddivisione è che questo terzo distretto non era da considerare nei territori garfagnini, la Val di Lima e le stesse Pizzorne erano(secondo le valutazioni bizantine) nettamente separate, mentre a buon titolo erano considerati nei confini garfagnini la Pieve di Loppia (quindi gli attuali comuni di Barga e Coreglia) e la Pieve di Gallicano e i suoi territori annessi che comprendevano parte dei paesi del comune di Borgo a Mozzano (Gioviano, Motrone e San Romano). In epoca medioevale (basso medioevo) la situazione differisce un po' e da numerosi atti privati e pubblici in cui viene ribadito che Barga e Coreglia fanno parte della Provincia della Garfagnana, vengono compresi in questa provincia anche Borgo a Mozzano, Diecimo, Pescaglia, Gello e Convalle. Infatti per gli stessi lucchesi, fino al XV secolo era compresa nella Garfagnana tutta la Vicaria di Coreglia e di conseguenza anche Pescaglia e Borgo a Mozzano a nord della 
Coreglis
Pedogna
, ad avvalorare ciò c'è la conferma che il Pescaglino aveva come unità di misura quella garfagnina e non quella lucchese. Rimane il fatto che anche da questi documenti si può continuare ad affermare che sia la Val di Lima che le Pizzorne e i territori a sud della Fegana anche in quel periodo storico non erano affatto garfagnini, ma bensì erano già parte del lucchese. Questo stato di cose perdurò almeno fino al 1700-1800, quando sulle mappe si può vedere la Garfagnana divisa in tre distinte zone: la Garfagnana estense (Fabbriche di Valico e da Fosciandora in poi verso nord), Garfagnana lucchese (Borgo a Mozzano, Coreglia, Pescaglia, Gallicano, Castiglione e Minucciano) e Garfagnana Toscana (Barga). Una delle ultime delucidazioni di quelli che furono gli "storici" confini garfagnini prima dell'avvento di Napoleone e quindi della sua nuova (e quasi definitiva) disposizione amministrativa, la dà Pellegrino Paolucci nella sua opera datata 1720 "La Garfagnana Illustrata":"La Garfagnana a levante e a settentrione, tirando a ponente confina colla Lombardia(n.d.r: considerata Lombardia i territori al di là dell'Appenino)sulle cime de monti San Pellegrino, Corfino, Soraggio, Sillano, Dalli ed altri villaggi. A mezzo dì confina con lo Stato di Lucca, per mezzo del ponte di Calavorno, Fegana ed altri luoghi, e confinerebbe da quella parte con Barga; anche se quel Contado si comprende sotto il nome di Garfagnana (n.d.r: nel 1720 Barga,
nonostante la sua "fiorentinità" era considerata ancora facente parte del territorio garfagnino). Passo a ponente dove confina con la Lunigiana soggetta al Granduca di Toscana e alla Vicaria di Minucciano de' Signori Lucchesi. Dalla parte australe delle Panie per mezzo dei Monti Sagatonici confina con lo Stato di Massa ; verso il Forno Volastro (n.d.r: Fornovolasco)confina con Seravezza. Da Vagli passa a mezzo dì nelle giurisdizioni di Pietra Santa e di Montignoso e di altri luoghi. La sua lunghezza discende di venticinque miglia incominciando da Pratoreno (n.d.r: Pradarena), monte distante cinque miglia da Sillano, fino al fiume Fegana, che sotto Vitiana sbocca nel Serchio". D'altra parte, come possiamo vedere rimane e rimarrà tutta una questione di confine. Faccende tutte legate alla volontà dell'uomo che da sempre attraverso quella linea immaginaria ha stabilito che qui c'è mio e là c'è tuo. Un confine presume diversità, un confine talvolta racchiude attriti e incomprensioni e allora sempre a proposito di confini Gianni Rodari nella sua emblematica poesia "Il cielo è di tutti"volle far capire ad ognuno degli "amanti" dei campanilismi che..."
Spiegatemi voi dunque, in prosa o in versetti, perché il cielo è uno solo e la Terra è tutta a pezzetti".

Bibliografia

  • "De Montibus" Giovanni Boccaccio , edizione originale 1371 (rieditato)
  • "Ligures Apuani" di Michele Armanini editore Libreria Universitaria
  • "La giudicatura di pace di Castelnuovo Garfagnana in età napoleonica". Tesi di laurea in storia contemporanea di Dennis Favali anno 2015 2016
  • "Terre di confine" AA.VV Archivio di Stato Lucca
  • Luigi Angelini" Panoramica della storia ecclesiastica in Garfagnana" Atti del convegno Modena 2008 pag 129-172
  • G. Santini "Unità e pluralità distrettuale nella stoia millenaria della Garfagnana" in "La Garfagnana storia cultura arte" Atti del Convegno Castelnuovo Garfagnana, settembre 1992
  • "Luni nell'alto medioevo" P.M Conti, Padova 1967
  • "Inventari di terre coloni e rendite"  AA.VV  Roma 1979
  • "I bagni di Corsena e la Val di Lima lucchese dalle origini al XVI" Giambastiani Lucca 1996
  • "La Garfagnana dai Carolingi ai Canossa. Distretti pubblici e amministrazione del potere" in "La Garfagnana dai Longobardi alla fine della Marca Canossana" Atti del Convegno Modena 1996, pag 147-195
  • "Garfagnana medievale appunti storici" Guidugli 1982


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