Come si suol dire "quando il diavolo ci mette lo zampino". Papa
Francesco ebbe a dire non più di due anni fa che la vita dell'uomo è una battaglia (e questo si sapeva...), ma sopratutto è una lotta continua contro il diavolo, spesso, continua Papa Francesco:- ci fanno credere che Satana è un mito, una figura, un'idea, ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui indossando l'armatura di Dio- e questo ben lo conosceva anche San Pellegrino quando abbandonò la corona (era figlio di Romano re di Scozia) e le terre di Scozia per andare a portare la parola di Dio in Europa e per l'Oriente, destino volle che il suo viaggio terminasse proprio nei pressi di "una selva ombrosa", luogo inospitale, selvaggio, dove i suoi inverni sono spazzati da gelide nevi e le sue estati sono fresche e tranquille. Questa zona della Garfagnana era conosciuta come Thermae Salonis, posta a 1525 metri d'altezza, terra di confine fra l'Appennino e la Pianura Padana (per tutta la sua storia leggi http://paolomarzi.blogspot.it/san-pellegrino-in-alpe-la-storia-del.html). Come ogni posto sconosciuto si immaginava che su questi monti si trovassero animali mitologici governati da forze del male e le forze del male si manifestarono proprio quando Pellegrino si stabilì in questo posto che con i secoli poi prenderà il suo nome.
La lotta con il demonio da quel momento fu incessante, ogni sorta di tentazione veniva propinata al sant'uomo e proprio a queste tentazioni si rifà un antico rito che ormai si ripete da secoli proprio a San Pellegrino. Questo rito è conosciuto come "Il giro del diavolo". La storia di questo rito (dati storici alla mano), misto fra tradizione e leggenda parte ben prima del 1110, anno in cui per la prima volta si cita in un documento la chiesa-ospizio di San Pellegrino e si rifà ad una vicenda reale e precisamente al fatto di erigere a scopo devozionale una chiesa dedicata all'ormai defunto e santo San Pellegrino (morto nel 643 d.C), naturalmente a quell'altezza reperire materiale per costruire la chiesa era quasi impossibile e allora il vescovo ebbe una bella pensata imponendo ai fedeli che salivano ad onorare il santo di recare ognuno con se una pietra per la costruzione dell'edificio, oltre a ciò e in questo modo anche i peccati sarebbero
stati espiati. Ben presto tutto il materiale fu raccolto senza ombra di spesa alcuna e il tempio (una caratteristica e massiccia costruzione medievale) sorse in ben poco tempo a sfidare i secoli, i rigidi inverni e gli sferzanti venti della montagna garfagnina. Ma una volta ultimata la chiesa l'afflusso di pellegrini con il masso in spalla non cessò e chi vuoi chi non abbia un peccato da farsi perdonare? Da allora i fedeli continuano a salire dal piano percorrendo talvolta anche quattro o cinque ore di strada a piedi, camminando per aspri viottoli e stradine disagevoli con una grossa pietra sulle spalle o sulla testa. A quella che era diventata un'antica tradizione prestò si innestò la leggenda, il tutto per dare quell'aura di santità a tutta la vicenda e che in effetti non guasta mai. Leggenda racconta che un giorno il demonio dopo aver provato vanamente in mille modi di tentare il santo per portarlo sulla cattiva strada, perse la pazienza e lo schiaffeggio impunemente, la sberla fu talmente forte che Pellegrino girò per ben tre volte su stesso ed è proprio grazie a quell'episodio che in quel punto esatto dello schiaffone ancora
oggi si svolge questo percorso penitenziale che è fra i più originali di tutto il panorama italiano. Una tradizione religiosa che consiste nel compiere un pellegrinaggio portando sulle spalle o in testa un masso che andrà poi deposto nel luogo stesso delle tentazioni del santo non dopo aver compiuto però per tre volte (quanti i volteggi fatti dal santo) il giro del campo,che viene detto appunto "giro del diavolo". Cosa da non
trascurare ma da prendere eventualmente in considerazione è che il masso da trasportare può e deve avere grandezza variabile, più il peccato commesso da farsi perdonare è grande e più grande dev'essere la pietra da caricarsi in spalla. Figuratevi un po' nel corso dei secoli in questa pietraia si sono accumulati migliaia e migliaia di sassi trasportati dai devoti, basterebbero a questo punto per
costruire un'altro santuario e il mucchio continua a crescere. Un rito questo che si può compiere in qualsiasi giorno dell'anno (il momento che preferisco io è proprio in questo periodo), il picco dell'affluenza dei fedeli si registra però in estate e in particolare nel mese di agosto in cui ricorre la festa del santo, la partecipazione dei penitenti e grandissima, tuttavia specialmente nei decenni passati tale evento poteva risultare (a mio avviso) anche penoso, lo spettacolo di uomini e donne in età avanzata che portavano sulla testa veri e propri macigni era impressionante. Oggi si svolgono delle più amene escursioni che partono dal paese e arrivano fino alla pietraia stessa. Infatti prendendo il sentiero dalla piazza principale si intraprende una piacevole passeggiata (se fatta senza pietra in braccio...) ad anello di soli tre chilometri che attraversa una stupenda faggeta e continua a salire fino a giungere al "Giro" posto sotto la strada del saltello, per il ritorno si prosegue verso il passo dove si incontra (non ormai lontano dal paese)la fonte del santo dove secondo tradizione si andava a dissetare.
In fondo a questa storia mi rimane un unico dubbio quando nelle mie escursioni mi capita di osservare la ormai famosa pietraia. Qualcuno di peccati grandi ne
deve aver compiuti, ma talmente grandi che talvolta con lo sguardo scorgo pietre tanto grosse da sembrar strano che qualcuno abbia potuto trasportarle fin quassù e basterebbe poco ormai per persuadere i pellegrini che la chiesa dedicata al santo è ormai costruita...dal Medioevo. Ma di mezzo c'è una grande forza, la forza della tradizione.
"Il giro del diavolo" (foto di Giorgio Galeotti) |
Francesco ebbe a dire non più di due anni fa che la vita dell'uomo è una battaglia (e questo si sapeva...), ma sopratutto è una lotta continua contro il diavolo, spesso, continua Papa Francesco:- ci fanno credere che Satana è un mito, una figura, un'idea, ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui indossando l'armatura di Dio- e questo ben lo conosceva anche San Pellegrino quando abbandonò la corona (era figlio di Romano re di Scozia) e le terre di Scozia per andare a portare la parola di Dio in Europa e per l'Oriente, destino volle che il suo viaggio terminasse proprio nei pressi di "una selva ombrosa", luogo inospitale, selvaggio, dove i suoi inverni sono spazzati da gelide nevi e le sue estati sono fresche e tranquille. Questa zona della Garfagnana era conosciuta come Thermae Salonis, posta a 1525 metri d'altezza, terra di confine fra l'Appennino e la Pianura Padana (per tutta la sua storia leggi http://paolomarzi.blogspot.it/san-pellegrino-in-alpe-la-storia-del.html). Come ogni posto sconosciuto si immaginava che su questi monti si trovassero animali mitologici governati da forze del male e le forze del male si manifestarono proprio quando Pellegrino si stabilì in questo posto che con i secoli poi prenderà il suo nome.
Il paese di San Pellegrino in Alpe |
la chiesa |
la pietraia de "Il giro del diavolo" (foto di Sergio Barbieri) |
trascurare ma da prendere eventualmente in considerazione è che il masso da trasportare può e deve avere grandezza variabile, più il peccato commesso da farsi perdonare è grande e più grande dev'essere la pietra da caricarsi in spalla. Figuratevi un po' nel corso dei secoli in questa pietraia si sono accumulati migliaia e migliaia di sassi trasportati dai devoti, basterebbero a questo punto per
Devoti depongo la propria pietra |
In fondo a questa storia mi rimane un unico dubbio quando nelle mie escursioni mi capita di osservare la ormai famosa pietraia. Qualcuno di peccati grandi ne
Vecchia foto di anziani con la pietra in testa (foto tratta da "La domenica del Corriere" |